Partorire in casa: una scelta per poche, perché costa troppo

La legge non prevede rimborsi

Gravidanza

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Brescia, 24 settembre 2016 - Partorire in casa: una scelta negata alle donne bresciane. La legge 16 del 1987 della Regione Lombardia lo prevederebbe, ma di fatto la normativa è rimasta lettera morta, visto che non c’è il rimborso dei costi. Chi opta per questa strada, rivolgendosi ad una libera professionista, deve mettere in conto circa 2.000 euro, necessari a coprire la disponibilità di due ostetriche per un mese, visite e controlli nel puerperio (i 40 giorni dopo il parto) e assicurazione. Il parto in ospedale costa più o meno la stessa cifra: per questo, ad esempio, la regione Piemonte consente alla donna di scegliere dove partorire. Nel bresciano, così come in tutta la regione, solo poche decine di donne all’anno se lo possono permettere.

L’importanza della libertà di scelta è stata il fulcro del discorso alla Camera di Antonella Novaglio (nella foto), presidente del collegio delle ostetriche di Brescia. Novaglio è stata ascoltata giovedì in Commissione affari sociali, in merito alle diverse proposte di leggi sul parto fisiologico. «E’ fondamentale – spiega l’ostetrica, che si è fatta portavoce delle colleghe – che sia garantita la libertà di scelta e che qualunque morma vada nell’interesse di donne e bambini e sia scientificamente provata». Perché si sceglie di partorire in casa? «E’ come andare sul Monte Bianco: si può arrivare in cima a piedi o in funivia, tutto dipende da come si vuol vivere l’esperienza». Non tutti i parti, però, possono essere fatti in casa: è importante che la gravidanza sia fisiologica, che l’abitazione non sia troppo distante da un ospedale a cui far riferimento in caso di complicazioni. Aprire al parto in casa, ad ogni modo, potrebbe avere un interessante risvolto sul fronte occupazionale. Sono 500 le ostetriche iscritte al Collegio, tra cui molte giovani: per loro sarebbe occasione di lavoro. «Molto ci sarebbe da fare – conclude Antonella Novaglio – anche sull’allattamento, che ha tantissimi vantaggi sia per i bambini che per le mamme. La Lombardia è un’isola felice perché ci sono le dimissioni protette, con le ostetriche che vanno a casa delle neomamme, ma c’è spazio per fare molto di più».