Reati fallimentari, crac gruppo Medeghini: sequestrati 3,8 milioni a tre banche

Operazione ghost-cheese: ipotesi di concorso in bancarotta fraudolenta patrimoniale e in alcuni casi anche preferenziale per i funzionari bancari coinvolti

La guardia di finanza

La guardia di finanza

Brescia, 29 settembre 2016 - Un decreto di sequestro preventivo di oltre 3.845.000 euro nei confronti di tre istituti di credito operanti sul territorio nazionale, è stato eseguito dalla guardia di Finanza di Brescia con l'operazione "Ghost cheese" nell'ambito di una complessa e articolata indagine condotta in materia di reati fallimentari, diretta dalla Procura della Repubblica di Brescia, per concorso in bancarotta fraudolenta aggravata.

La vicenda riguarda lo storico gruppo Medeghini, specializzato nella produzione e nella vendita all’ingrosso e al dettaglio di formaggi e latticini con circa 500 dipendenti, 450 milioni di euro di fatturato e un indotto in grado di dare lavoro ad altre mille persone.  Per quasi tre anni i finanzieri ne hanno analizzato nel dettaglio le vicissitudini fallimentari che hanno visto coinvolte 21 società appartenenti al gruppo. Fra queste le principali, tra le anche quali la Medeghini s.p.a., sono state dichiarate fallite dal Tribunale di Brescia tra il 2010 e il 2013.

Gli elementi acquisiti nel corso delle indagini hanno permesso di ipotizzare, tra l’altro, l’accusa di concorso in bancarotta fraudolenta patrimoniale e in alcuni casi anche preferenziale nei confronti di 51 funzionari bancari, di cui 25 alle dipendenze degli istituti bancari destinatari del provvedimento di sequestro in esame.

Le posizioni dei restanti 26 soggetti sono tuttora al vaglio dell’autorità giudiziaria. I contorni della vicenda sono stati definiti in seguito all’analisi della posizione creditoria, priva di garanzie reali, vantata dai tre istituti di credito in questione nei confronti delle imprese del Gruppo. Una posizione divenuta nel tempo troppo rischiosa, soprattutto alla luce dello stato di dissesto societario in cui versavano le aziende debitrici.

Pertanto, le banche interessate si sono attivate per trasformare le linee di credito erogate (quelle cioè non garantite) in finanziamenti garantiti concessi alle imprese collegate al Gruppo Medeghini per poter godere, in caso di fallimento, di una posizione privilegiata a discapito della restante massa dei creditori sociali. In altri casi, i citati soggetti finanziatori, per tutelare maggiormente i propri interessi, provvedevano a traslare il credito vantato nei confronti di società patrimonialmente deboli verso imprese che manifestavano una maggiore solidità. Grazie all’analisi e alla ricostruzione di una fitta rete di operazioni finanziarie, di numerosi negozi giuridici e di rapporti finanziari di varia natura, nonché di una grande quantità di documenti amministrativo-contabili, è stato possibile segnalare alla Procura della Repubblica di Brescia la condotta illecita sopra descritta, tenuto conto dei vantaggi e delle utilità tratti dalle banche coinvolte. Per questo motivo, le somme di denaro costituenti i finanziamenti erogati o garantiti (che, come già accennato, ammontano complessivamente ad oltre 3.845.000 euro) sono state considerate profitto diretto del reato e, in quanto tali, sottoposte a sequestro preventivo con apposito provvedimento emesso dal competente Gip., su richiesta della Procura della Repubblica di Brescia.