Affare fallisce, cuoco assolda banditi per rapinare il socio commercialista

I reati contestati sono estorsione e rapina in concorso

Estorsione servita

Estorsione servita

Brescia, 23 aprile 2017 - A cinque anni dai fatti, la Procura di Brescia nelle scorse settimane ha chiuso le indagini e ora per i tre indagati si avvicina il momento del possibile rinvio a giudizio. Estorsione e rapina in concorso i reati contestati al terzetto formato da due bresciani, un 63enne di Carpenedolo e un 67 di Isorella, e da un barese di 39anni residente a Carpenedolo. Secondo la ricostruzione degli avvenimenti, i tre avrebbero estorto 7mila euro a un commercialista di Como, residente a Verona e con alle spalle qualche guaio alle spalle, e l’8 aprile di cinque anni fa in uno dei due incontri concordati avrebbero sottratto al professionista l’orologio. Pochi giorni dopo, l’11 aprile, il terzetto era stato arrestato dai carabinieri che avvertiti dal commercialista erano intervenuti all’ingresso dell’autostrada.

A organizzare l’estorsione sarebbe stato il 63enne di Carpenedolo, un cuoco con ambizioni imprenditoriali. L’uomo ha raccontato che il commercialista qualche tempo prima lo aveva convinto a farsi nominare amministratore unico di una società attiva nel settore edile garantendogli un compenso da circa 20mila euro annuo. Denaro che però il cuoco non ha mai visto. Da qui la decisione di passare alle maniere forti.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti il 63enne avrebbe minacciato di morte il commercialista per farsi consegnare i 30mila euro che gli sarebbero spettati. Il bresciano avrebbe quindi coinvolto altre tre persone, che si erano presentate al commercialista come “i napoletani” e delle quali una non è mai stata individuata, che avrebbero materialmente compiuto la rapina dopo avere preso a pugni la vittima. Le minacce sarebbero poi proseguire anche nei giorni successivi. Fino alla trappola organizza organizzata dai carabinieri che avevano bloccato il terzetto prima che potesse nuovamente entrare in azione.

Per il 63enne di Carpenedolo i guai con la giustizia non sono finiti. Proprio per il crac della società aperta con il commercialista e di cui era amministratore unico è stato rinviato a giudizio insieme al 67enne professionista di Como, il gestore di fatto dell’attività nonché liquidatore al momento del fallimento. Secondo il Sostituto Roberta Panico i due, non appena il tribunale di Brescia il 28 dicembre del 2012 aveva dichiarato il fallimento dell’azienda, avrebbero sottratto e distrutto i libri contabili per impedire la ricostruzione del patrimonio e il movimento degli affari della società. La prima udienza è per il 31 ottobre.