Castenedolo, omicidio Mura: ergastolo a Musini. Per la Corte ha ucciso lui sua moglie

Otto ore di camera di consiglio. In aula due dei tre figli della donna

La Scientifica a Castenedolo

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Brescia, 21 dicembre 2016 - Ergastolo. La seconda sezione della Corte d’Assise di Brescia ha condannato al massimo della pena Alessandro Musini per l’omicidio della moglie Anna Mura. Per i giudici togati e popolari è stato lui il 16 marzo di un anno fa a colpire per una trentina di volte con almeno due armi (un batticarne e un arnese a punta secondo l’accusa) la moglie raggiungendola alla testa, al volto e al collo. La donna venne trovata riversa in un lago di sangue nella camera da letto matrimoniale dell’appartamento di Castenedolo in cui viveva insieme al marito e a due dei suoi tre figli, Cristian nato da una precedente relazione e Danilo il ragazzo avuto dal matrimonio con Musini.

A scoprire il corpo della donna fu proprio Danilo, che al momento dell’omicidio dormiva nella camera vicino. Dopo essere entrato nella camera da letto dei genitori diede l’allarme e subito puntò il dito contro il padre. «Scommetto che è stato lui», aveva detto prima ai vicini di casa e poi ai carabinieri arrivati nella casa di via Matteotti. Le attenzioni degli inquirenti si erano così subito concentrate sull’operaio che nel frattempo aveva fatto perdere le proprie tracce. Musini per 36 ore vagò senza meta per le vie di Brescia. Venne fermato nel pomeriggio del 17 marzo nel parco di via Boves. A riconoscerlo un passante che avvertì le forze dell’ordine. Sui pantaloni aveva alcune piccole tracce di sangue: per lui si sono aperte le porte del carcere.

Ieri il 51enne, come del resto è accaduto per tutto il processo iniziato la scorsa estate, era in aula. Dalla cella ha ascoltato senza far trasparire alcuna particolare emozione il presidente Anna Di Martino leggere la sentenza che lo fa decadere anche dalla potestà genitoriale e lo condanna a risarcire anche le quattro parti civili ( i tre figli di Anna Mura e la sorella della moglie) ammesse al processo. La corte, dopo otto ore di camera di consiglio in cui ha ripreso in mano tutti gli atti del processo, ha accolto completamente la ricostruzione fornita dal pm Francesco Piantoni. Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro i prossimi 90 giorni.

In aula erano presenti anche Cristian Concu e Debora Mulana i primi due figli di Anna Mura. «Ero fiduciosa – ha ammesso la quest’ultima subito dopo aver ascoltato la sentenza – Almeno in terra c’è stata giustizia». Convinto che sarebbe stata riconosciuta la colpevolezza del patrigno lo è sempre stato anche Cristian: «Sapevo già dalla mattina che sarebbe andata in questo modo.I nostri avvocati e il pubblico ministero ci avevano rassicurato».

I legali di Musini, gli avvocati Ennio Buffoli e Andrea Pezzangora, hanno già preannunciato il ricorso in appello. «Rispettiamo la sentenza – hanno commentato – Vogliamo capire come è stata disarticolata l’ipotesi alternativa che abbiamo avanzato (una possibile responsabilità del figlio minore della coppia, ndr). Abbiamo solo perso una battaglia».