Omicidio di Castenedolo, sul bastone il sangue di un uomo: il mistero dell’arma

Il bastone insanguinato, rinvenuto in un campo a Castenedolo, non è l’arma con cui è stata uccisa Anna Mura. Si complicano le indagini sull’omicidio della 54enne, il 15 marzo scoperta con il cranio fracassato nella sua abitazione di via Matteotti di Beatrice Raspa

Angela Mura, trovata morta nella sua casa a Castenedolo

Angela Mura, trovata morta nella sua casa a Castenedolo

Castenedolo, 26 aprile 2015 - Il bastone insanguinato, rinvenuto in un campo a Castenedolo, non è l’arma con cui è stata uccisa Anna Mura. Si complicano le indagini sull’omicidio della 54enne, il 15 marzo scoperta con il cranio fracassato nella sua abitazione di via Matteotti. Il manico di un’accetta chiazzata di sangue, finito sotto la lente degli investigatori, sembra non c’entrare con il delitto. Gli esperti della Medicina legale del Civile di Brescia avrebbero escluso la presenza di tracce riconducibili alla vittima e al marito, Alessandro Musini, il presunto assassino in carcere da un mese. Le tracce ematiche trovate sul pezzo di legno (del quale si supponeva mancasse la parte pesante in ferro) apparterrebbero a un soggetto maschile al momento ignoto. Le indagini dunque si rivelano tutt’altro che chiuse, anche se l’arresto di Musini, 50 anni, dal quale sembra che la vittima volesse separarsi, è stato convalidato.

Rimasto irreperibile per un giorno e una notte, l’operaio era stato riconosciuto il 17 marzo in città mentre vagava sulla sua Opel Astra grigia. «In mattinata ero uscito e quando sono rientrato ho trovato mia moglie morta. Mi sono spaventato e sono scappato» era stata la versione resa, al momento del fermo, dal presunto killer, rimasto poi in silenzio davanti al gip. Investigatori e inquirenti non la ritengono credibile. A chiamare i soccorsi era stato il figlio minore della coppia, Danilo, che quella mattina non si era recato a scuola, aveva dormito fino a tardi - così ha raccontato il 15enne - e quando si è svegliato a mezzogiorno ha visto la madre ai piedi del letto, morta. La donna presentava una profonda lesione al cranio, segni di difesa e attorno al collo. Risposte determinanti ora si attendono da altri accertamenti ancora in corso: a chi appartengono i due capelli scoperti in mano alla 54enne? Al vaglio anche le possibili tracce rimaste sotto le unghie della vittima, che durante la colluttazione potrebbe avere «prelevato» materiale genetico dell’aggressore. Sotto esame pure i consumi di energia elettrica a casa Musini nelle ore considerate cruciali.