Cadavere alla Badia, l’ultima parola la dirà l’autopsia

Attesa per l'esito dell'autopsia sul cadavere rinvenuto lunedì pomeriggio nella villetta disabitata al quartiere Badia di Brescia di Beatrice Raspa

Il recupero della salma al Villaggio Badia (Fotolive)

Il recupero della salma al Villaggio Badia (Fotolive)

Brescia, 3 luglio 2015 - C'è attesa sull’esito dell’autopsia eseguita l’altro giorno sul cadavere rinvenuto lunedì pomeriggio nella villetta disabitata in via Undicesima al quartiere Badia. Un esame determinante per l’identificazione e per appurare le cause della morte - naturale o violenta? - che appare più complesso del previsto. L’avanzato stato di decomposizione del corpo infatti, tuttora privo di un nome ufficiale, a quanto si è appreso rende difficoltosi gli accertamenti.

Gli uomini della Mobile, coordinati dal sostituto procuratore Claudia Moregola, non ritengono di avere in mano risposte dirimenti in grado di sciogliere definitivamente il giallo e, prima di pronunciarsi con certezza, aspettano esami più specifici, che richiedono tempi più lunghi. Gli organi interni appaiono in gran parte compromessi. Il decesso infatti risalirebbe a circa un mese fa.

Giovedì scorso frattanto il procuratore generale Pier Luigi Maria Dell’Osso ha riferito a sorpresa che «ci sarebbero elementi sufficienti a indirizzare le indagini sulla pista dell’omicidio», aggiungendo che il corpo rinvenuto in quel sottoscala, accovacciato dietro un armadio, apparterrebbe a Paolo Monaco, il proprietario di casa scomparso da inizio giugno.

Le fattezze fisiche non combacerebbero del resto con quelle di Franco Ghidini, l’altra persona scomparsa da giorni, un uomo senza fissa dimora con problemi con la giustizia e una vita ai margini che spesso aveva occupato abusivamente la casa disabitata di Monaco, facendolo infuriare.