ANDREA SPINELLI
Cultura e Spettacoli

Beyoncé, concerto a Milano tra pop e impegno: in scena uno show colossal

Per l'icona dell'emancipazione nera, insieme a Obama, è una sfida a distanza con Rihanna cinque giorni dopo il concerto della "rivale" sempre a San Siro

Beyoncé

Beyoncé

Milano, 17 luglio 2016 - Non è facile essere Beyoncé (LEGGI - Fino a 1.600 euro per i biglietti concerto a Milano). Soprattutto di questi tempi. Soprattutto con tensioni pronte ad esplodere oltre oceano anche solo per un pensiero, per una frase, di quei personaggi che la comunità afroamericana considera sue icone razziali. Qualcosa che va molto al di là, quindi, del kolossal pop che la superstar texana deposita domani sera tra i sacri spalti di San Siro, caricandolo di significati inimmaginabili fino a qualche settimana fa. Allora per l’ex Destiny’s Child avrebbero tenuto banco il tormentone della sua sfida a distanza negli stadi con Rihanna, l’orgoglio della primadonna che tira fuori gli artigli per difendere quella corona insidiata dalla più giovane, procace e spregiudicata collega, ma la tragedia dei due ragazzi di colore uccisi dalla polizia e dei cinque agenti freddati per vendetta a Dallas dieci giorni fa cambia brutalmente scenario. Con buona pace dei mal di pancia familiari seguiti al tradimento del marito-rapper Jay-Z che il nuovo album di Miss Knowles “Lemonade” avrebbe dovuto lenire come il Maalox, facendo a pezzi pubblicamente una misera storia di corna per esorcizzare lo spettro della separazione.

Così, almeno, era nei piani di questo Formation World Tour finchè la diva di Houston non ha voluto dare al tutto una forte connotazione razziale, esibendosi nell’ “half-time” della finalissima del Superbowl vestita dal “black panther” per omaggiare Malcom-X e denunciare gli abusi della polizia sulla popolazione di colore. Benzina sul fuoco, col segno di poi. “Lemonade” ha venduto 6 milioni di copie (e recuperato 1,2 milioni di utenti Tidal, la piattaforma per ascoltare musica in streaming creata dallo stesso Jay-Z) intercettando nel mondo femminile del “post-Madonna” quella voglia di novità che ormai non trovava più sfogo fra le cose del pop. L’ha fatto con la complicità di mostri sacri come Jack White, James Blake o Kendrick Lamar, aggiornando la commistione tra elettronica e dance, tra hip hop e melodia, delle sue canzoni per associarle ad un’immagine di femmina forte, sexy e indipendente, ma al tempo stesso legata ai valori della società americana e della famiglia.

La sua vita, Infatti, Beyoncé l’ha gestita finora con oculatezza da banchiere della City: ha una sua etichetta, la Parkwood Entertainment, diretta da un ex Jp Morgan, e una linea di abbigliamento sportivo di successo, la Ivy Park. Da prodotto costruito a tavolino la Golden Girl texana, con un patrimonio personale stimato dalla rivista Forbes vicino ai 450 milioni di dollari e una casa da 1.500 metri quadri a Holmby Hills, è diventata una sorella maggiore dell’America di Barak Obama e assieme al marito-rapper forma una delle coppie più potente dello stardome hollywoodiano. Anche per questo il tradimento (per ora) è passato in secondo piano, lasciando spazio nello spettacolo pure a riflessioni di politica, di resistenza femminile e di devozione familiare. Tutto nei modi e nei tempi di una mega produzione che ogni sera porta in scena Beyoncé con quello che è diventato ormai per lei un inno di battaglia: “I slay!”. Io uccido. Marito avvertito, mezzo salvato.