Attentato a Nizza, prefetto di Milano: "Gesti di emulazione potrebbero anche verificarsi"

I commenti e le reazioni sui tragici avvenimenti della Costa Azzurra

Alessandro Marangoni, al centro, con il console francese Brochet e l'assessore Rozza

Alessandro Marangoni, al centro, con il console francese Brochet e l'assessore Rozza

Milano, 15 luglio 2016 - Commozione e cordoglio, ma anche rabbia. Questi gli stati d'animo emersi nelle dichiarazioni degli esponenti politici e religiosi lombardi dopo l'attentato di ieri a Nizza. "Già in questo momento quasi un migliaio di militari dell'Esercito collaborano con le forze di polizia nei servizi di prevenzione, sia nella vigilanza degli obbiettivi fissi, sia nel controllo del territorio. Questa vigilanza è stata ulteriormente incrementata nei confronti di obiettivi che assumono particolare criticità perché siamo consapevoli che azioni di emulazione rispetto a quello che è successo ieri sera a Nizza potrebbero anche verificarsi". Queste le parole del prefetto di Milano Alessandro Marangoni al termine della riunione straordinaria del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica, allargato al procuratore capo di Milano Francesco Greco, al capo del pool antiterrorismo della procura meneghina Maurizio Romanelli e al console generale francese Olivier Brochet, indetto dopo la strage compiuta ieri a Nizza. Nel frattempo, a Milano, nelle sedi dei nove municipi della città, la bandiera civica è stata esposta a mezz'asta in segno di lutto. Nel pomeriggio i sindacati Cigil, Cisl e Uil hanno organizzato un presidio con flash mob in piazza Fontana (GUARDA LE FOTO). Presente anche la consigliera comunale Sumaya Abdel Qader che ha raccomandato: "L'obiettivo (dei terroristi, ndr) è reclutare la rabbia per farla esplodere in un conflitto senza precedenti. Non cediamo".

Il prefetto ha ricordato che dopo la strage al "Bataclan" di Parigi del 13 novembre 2015, "siamo al livello 2 di attenzione: vuol dire quello massimo di attenzione prima dell'ultimo, che è quello che scatta in caso di 'attentato in atto o imminente'". "Questa attenzione ulteriore sarà mantenuta in maniera strutturale anche nelle prossime settimane" ha proseguito Marangoni, sottolineando che "in questo momento, sul territorio milanese, non abbiamo indicatori di fatti che ci possono portare a proporre di innalzare ulteriormente l'attenzione"."Dal ministero dell'Interno sono già arrivate delle indicazioni di massima che verranno riconfermate entro la giornata di oggi con una direttiva che il ministro ha poco fa anticipato in conferenza stampa" ha aggiunto il prefetto, che ha concluso affermando che "siamo dunque in attesa di avere degli approfondimenti su delle linee generali che ci sono giù arrivate nell'immediatezza".

IL PREFETTO - "Non esiste rischio zero, ma il nostro lavoro è per ridurre al massimo la percentuale di rischio", ha detto il prefetto di Milano Alessandro Marangoni, dopo la riunione straordinaria del Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica, alla quale hanno partecipato il Procuratore di Milano, Francesco Greco, il Procuratore aggiunto del pool anti terrorismo Maurizio Romanelli e il Console Generale francese Olivier Brochet. Il prefetto insiste sull'atteggiamento da tenere in questo periodo difficile: "La migliore risposta non è cedere a quello che i terroristi vogliono, cioè farci vivere nel terrore e farci chiudere in casa. - dice -. Ecco perchè bisogna combattere il terrorismo vivendo le nostre città, perchè le forze dell'ordine sono al nostro fianco". Marangoni sottolinea come le "squadre speciali anti terrorismo di polizia e carabinieri, di cui ha parlato il ministro Alfano, sono operative a Milano gia' da tempo. Abbiamo forze di polizia e intelligence tra le migliori al mondo e io mi fido di loro". 

Consolato francese di MilanoFIORI AL CONSOLATO - Fiori e messaggi di cordoglio e solidarietà sono comparsi davanti al Consolato francese di Milano, dove è stato allestito un piccolo banchetto dove poter lasciare la propria testimonianza. "Ho chiesto alla comunità francese - ha detto il Console Generale della Repubblica francese a Milano Olivier Brochet - di non organizzare delle manifestazioni pubbliche per ragioni di sicurezza generale e per non complicare l'attività dei servizi di polizia. È la terza volta in poco più di un anno che siamo colpiti. Siamo tristissimi".

IL PRESIDIO DELLA LEGA (LEGGI) - La Lega Nord ha organizzato un presidio davanti al centro islamico di viale Jenner a Milano "per richiamare l'attenzione della giunta e dei cittadini sul delicato tema della costruzione di una moschea in citta'". Presenti Paolo Grimoldi, deputato della Lega Nord e segretario della Lega Lombarda, e Davide Boni, segretario della Lega Nord Milano, che hanno spiegato: "Oggi scendiamo in piazza, in viale Jenner, per far sentire la nostra voce di ferma e assoluta opposizione all'idea di costruire una moschea a Milano. Fino a quando le comunità islamiche non diventeranno trasparenti, sugli imam, su chi frequenta i loro luoghi di culto, su chi li finanzia, sui loro rapporti con le varie associazioni o gruppi del mondo radicale islamico, fino a che non avverrà tutto questo, a Milano non potrà esserci nessuna moschea".

DIRETTORE VIALE JENNER - "Neanche gli animali nelle foreste africane uccidono in questo modo": questo il commento di Abdel Hamid Shaari, direttore dell'Istituto culturale islamico milanese di viale Jenner, ha commentato l'attentato di Nizza. "Abbiamo sempre condannato queste stragi - prosegue -, questi sono atti terroristici che non hanno niente a che vedere con l'Islam e con i musulmani. Sono solo terroristi che ammazzano la gente per nessun motivo, nemmeno gli animali nelle foreste africane uccidono in questo modo. Uno che ammazza persone inermi così, solo per diffondere il terrore tra la gente, non c'entra niente con l'Islam". Shaari spiega che "naturalmente questo attentato renderà la vita più difficile ai musulmani" e, in particolar modo, sarà ancora più complicato costruire moschee, come la comunità musulmana sta cercando da tempo di fare a Milano: "Ci sono persone e partiti che hanno preso l'Islam e le moschee come un obiettivo per raccogliere qualche voto in più e che usano questi attentati con quello che possiamo tranquillamente definire sciacallaggio".