In tanti aspettavano al varco Ghali, probabilmente, invece l’uscita che ha suscitato polemiche al tradizionale concerto del Primo Maggio in piazza San Giovanni a Roma è arrivata dai Patagarri. “Finché ogni popolo non sarà libero di autodeterminarsi e di vivere in pace, non potremo essere allegri. E quindi vi chiedo di ripetere con me: Free Palestine, Palestina libera”, ha detto sul palco Francesco Parazzoli, frontman del gruppo milanese rilevazione dell’edizione 2024 di X Factor. Una presa di posizione decisa su uno dei grandi temi d’attualità, tema che tuttavia in Italia non ha visto molti cantanti schierarsi, anche quelli più impegnati. A salire agli onori delle polemiche sono stati così i Patagarri, nella loro esibizione pomeridiana. Non tanto per il “Palestina libera” quanto per averlo intonato sulle note di di ‘Haga Nagila’, noto brano della tradizione ebraica ispirata a una melodia popolare ucraina. Durissimo l’intervento di Victor Fadlun, presidente della Comunità ebraica di Roma: “Appropriarsi della nostra cultura, delle melodie a noi più care, per invocare la nostra distruzione, è ignobile. C’è qualcosa di davvero sinistro, macabro, nell’esibizione dei Patagarri. Pensate a cosa ha fatto Hamas dei nostri bambini. Ascoltare una nostra canzone dal palco del Primo Maggio in diretta tv, culminante nel grido ‘Palestina Libera!”, lo slogan delle piazze che invocano la cancellazione di Israele, è un insulto e una violenza inaccettabile. Mai ce lo saremmo aspettati in un concerto che celebra il lavoro’, ha scritto sui social, postando il video dell’esibizione dei Patagarri. Rincara la dose Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane: “Una canzone ebraica che ha come significato la gioia di stare insieme è stata appositamente stravolta con l’effetto di creare divisioni e generare odio antisemita anziché mettere in campo ogni sforzo per la convivenza tra i popoli, come le Comunità ebraiche in Italia cercano di fare in ogni ricorrenza”.
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