Blitz Fortitudo: una vittoria che vale doppio

L’Aquila si stacca decisamente dalla zona salvezza e ribalta anche la differenza canestri con Varese. E la quota playoff non è lontana

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Varese

67

Fortitudo Bologna

79

OPENJOBMETIS : Beane 4, Scola 19, De Nicolao 5, Jakovics 2, Ruzzier 6, Strautins 12, Egbunu 4, De Vico 3, Ferrero, Douglas 12, Virginio ne. All. Bulleri.

LAVOROPIU’ BOLOGNA: Banks 18, Aradori 15, Saunders 15, Hunt 10, Pavani ne, Fantinelli 8, Baldasso 7, Cusin 4, Withers 2, Totè ne, Sabatini ne. All. Dalmonte.

Arbitri: Lo Guzzo, Attard, Pepponi.

Note: parziali 26-19; 38-39; 46-61. Tiri da due: Varese 1220; Fortitudo Bologna 2536. Tiri da tre: 1136; 422. Tiri liberi: 1018; 1722. Rimbalzi: 33; 34.

di Massimo Selleri

Doppio capolavoro per la Fortitudo che torna a casa da Varese con i due punti in palio avendo, pure, ribaltato la differenza canestri. La chiave della partita è tutta in due numeri, i 26 punti subiti dai biancoblù nel primo quarto che si riducono a otto nel periodo.

Nel mezzo ci stanno due fattori, da una parte la stanchezza dei padroni di casa che erano alla sesta partita giocata in 18 giorni, mentre dall’altra parte c’è la capacità di Luca Dalmonte di far giocare insieme una squadra che aveva il difetto di disunirsi davanti alle difficoltà e che, invece, lentamente si sta compattando.

Questo discorso vale ancora di più se si considera che la Effe aveva le rotazioni risicate nel reparto dei lunghi, con l’influenza che ha messo fuori gioco Leonardo Totè e reso a mezzo servizio Todd Withers, mentre già si sapeva dell’indisponibilità di Stefano Mancinelli.

L’Aquila, però, ha fatto di necessità virtù, conquistando una gara che ha il sapore della salvezza e che, anche se in modo ancora sfumato, riporta all’orizzonte la parola playoff. C’è un altro aspetto che non è sottovalutare e che lascia intendere come il futuro possa essere un po’ più roseo: tre esterni che sembravano pestarsi i piedi, Aradori, Banks e Saunders, non si sono autoeliminati, ma insieme hanno portato alla vittoria la loro squadra, trovando il modo di passarsi la palla.

Varese parte forte e si porta sul 15-4 e sembra infallibile nel tiro pesante, ma è un fuoco di paglia con la Fortitudo che recita il "mea culpa" per una partenza un po’ in sordina. Il primo rimedio è togliere un po’ di pericolosità agli esterni avversari lasciando che Scola si sfoghi.

La mossa paga e con la crescita della difesa i lombardi alzano lentamente bandiera bianca fino a ritrovarsi sul - 18 (50-68). La partita di fatto finisce qui, trascinandosi stancamente fino al suono della sirena finale.