Varese, dalla crisi al rilancio: il tessile ci crede

Confartigianato Imprese scommette sul futuro del comparto. E indica le quattro strade per ripartire

La sofferenza si traduce in perdita di fatturato, imprese e addetti

La sofferenza si traduce in perdita di fatturato, imprese e addetti

Varese - Dalla crisi al rilancio: Confartigianato Imprese Varese scommette sul futuro del comparto tessile e moda. Un settore storico per il manifatturiero del Varesotto, che sta vivendo negli ultimi anni un periodo di sofferenza che si traduce in perdita di fatturato, imprese e addetti. Difficoltà a cui si è aggiunta la pandemia. Ma l’associazione di categoria guarda avanti, delineando la strada per ripartire con un rinnovato entusiasmo. Un percorso che non può che iniziare dall’analisi della situazione attuale, e i numeri non sono certo positivi. Oggi in provincia d i Varese sono 1.266 le micro-piccole realtà del settore. Male il bilancio decennale (2009-2019), con 793 aziende in meno, pari a un calo in termini percentuali del 26,4%, ampiamente superiore al trend della Regione (-19,8%). Nel 2020 a causa del Covid il fatturato è sceso del 36,6% rispetto al 2019.

"Siamo preoccupati e non potremmo non esserlo di fronte a questi dati – commenta il presidente di Confartigianato Varese Davide Galli – È evidente che non stiamo perdendo solo imprese, ma anche know how e identità di territorio, e per questo dobbiamo tutti sentirci investiti della responsabilità di invertire la tendenza". Qualche segnale incoraggiante arriva dall’export, con la provincia di Varese che contribuisce per il 7% del totale delle esportazioni lombarde di tessile e moda. Tra il 2019 e il 2021 l’export varesino è sceso del 7,5%, un calo più limitato rispetto al 12,9% a livello regionale. Sul dato ha pesato anche il calo dei consumi delle famiglie per vestiario e calzature nell’anno della pandemia. Il settore soffre anche una riduzione dell’occupazione: per quanto riguarda le assunzioni in provincia di Varese le previsioni di luglio 2021 rispetto al luglio 2019 si riducono del 25%. In questo quadro difficile Confartigianato Varese vuole dare una scossa al settore indicando due chiavi per la ripresa. La prima è la digitalizzazione.

"È importante che le aziende del settore introducano nuove competenze nei loro ambienti produttivi per quanto riguarda il digitale e l’e-commerce". Figure come l’export manager e il digital manager, che sappiano fornire nuovi modi per interagire con i clienti. Il secondo aspetto su cui riflettere è quello della sostenibilità. Il mercato infatti premia sempre più le realtà che scelgono di investire sui tessuti sostenibili, realizzati con fibre naturali che hanno un minore impatto sull’ambiente. Si stanno diffondendo anche nuove tecniche produttive che consentono un risparmio energetico. Anche in ambito di certificazioni cresce l’attenzione per la provenienza dei tessuti. Oltre a digitale e sostenibilità il presidente Davide Galli indica poi un terzo tema da non dimenticare: la formazione. Un aspetto su cui Confartigianato Varese insiste da tempo, individuando in particolare negli istituti tecnici superiori, lo strumento più indicato per formare nuove risorse competenti. "Stiamo spingendo con forza per la creazione di Its legati al mondo della moda e del tessile sul territorio – ha detto il numero uno di Confartigianato Varese – non ce ne sono molti e invece andrebbero sviluppati per aumentare il valore del capitale umano". Infine per sostenere il tessile secondo Confartigianato Varese sarebbero auspicabili detassazioni fiscali sui prodotti realizzati dal comparto, che impatta in maniera consistente sull’economia locale, sulla scia di quanto fatto per altri settori.