Guttuso, il tributo della 'sua' Varese in maggio con la mostra

Saranno venticinque le opere in mostra nelle sale dei Musei Civici di Villa Mirabello

Una foto storica di Renato Guttuso dall'archivio Liverani

Una foto storica di Renato Guttuso dall'archivio Liverani

Varese, 4 aprile 2019 - Tra poco più di un mese verrà inaugurata a Varese la mostra dedicata a Renato Guttuso. Palazzo Estense ha annunciato ieri la data ufficiale del vernissage. Sarà sabato 18 maggio, nelle sale dei Musei Civici di Villa Mirabello.

Saranno venticinque le opere in mostra, di cui ventuno concesse in comodato d’uso in seguito all’intesa che l’amministrazione comunale ha siglato con la Fondazione Pellin, fondata dall’appassionato d’arte Francesco Pellin che condivise con Guttuso anni di solida amicizia. La mostra, curata da Serena Contini, vuole proprio celebrare questo rapporto amicale e di collaborazione, a dieci anni dalla scomparsa del collezionista. «È un sogno che si realizza – dichiara il sindaco Davide Galimberti – abbiamo posto il tema della cultura al centro del progetto di rilancio sociale ed economico della città e siamo ora pronti a inaugurare una nuova, entusiasmante, stagione di grandi eventi che proietterà Varese alla ribalta nazionale». La mostra affronterà la poetica di Guttuso sotto i diversi aspetti e tematiche caratteristici del suo lavoro, dalla sensibilità sociale e politica fino alle passioni, su tutte quella per lo sport. Tra le opere che saranno esposte spicca senz’altro “Spes contra spem”, uno dei capolavori del maestro siciliano, datato 1982, che rappresenta la sua eredità spirituale. La grande tela sarà posizionata nella sala ottagonale a conclusione del percorso di visita e sarà affiancata da dieci studi preparatori.

La mostra sarà corredata da documenti, fotografie, pannelli esplicativi e citazioni dell’artista e resterà aperta fino alle festività natalizie. «Renato Guttuso è stato uno dei più interessanti artisti e intellettuali del Novecento italiano», spiega l’assessore alla cultura Roberto Cecchi, che ricorda anche il profondo legame tra il pittore e la città di Varese. Nato a Bagheria, a pochi chilometri da Palermo, divenne varesino d’adozione abitando per trent’anni, a partire dal 1953, nel suo studio di Villa Dotti a Velate. Qui creò e realizzò opere celeberrime come “La Vucciria” e la città gli conferì la cittadinanza onoraria nel 1983. Nello stesso anno dipinse “La fuga in Egitto” che campeggia a lato della terza cappella lungo la via sacra che conduce al Sacro Monte di Varese.