Verbano alla riscossa Basta “sponda magra” Il lato varesino rinasce come Valli dell’Acqua

Ecco il brand per l’area della Comunità montana che abbraccia 32 comuni

Verbano alla riscossa  Basta “sponda magra”  Il lato varesino rinasce  come Valli dell’Acqua

Verbano alla riscossa Basta “sponda magra” Il lato varesino rinasce come Valli dell’Acqua

di Lorenzo Crespi

Basta "sponda magra": il lato varesino del Lago Maggiore si trasforma nelle "Valli dell’Acqua". Presentato il brand territoriale scelto per promuovere l’area della Comunità Montana Valli del Verbano, che abbraccia un totale di 32 comuni. È il cuore del Piano di sviluppo turistico integrato promosso dall’ente, svelato in un incontro a Palazzo Verbania a Luino. Un lavoro iniziato alcuni anni fa e che ha visto in questi ultimi mesi all’opera due ricercatrici: Chiara Mezzetti (Politecnico di Milano) e Silvia Milone (Università dell’Insubria).

La ricerca ha voluto dare una base scientifica alla strategia di rilancio del territorio attraverso lo sviluppo turistico. L’analisi dei dati è avvenuta non solo mediante la consultazione di canali ufficiali, ma anche avvalendosi delle competenze di tutti gli attori che conoscono e vivono quotidianamente il territorio: enti locali, amministrazioni, enti sovralocali, associazioni di categoria e altre realtà. Le analisi qualitativa e quantitativa del territorio, dei trasporti e dei flussi turistici così come l’analisi delle aree marginali, abbinate a nuovi scenari di possibile fruizione di questi territori post pandemia, poco alla volta hanno delineato un nuovo scenario. È emerso un elemento comune a tutti i centri delle valli: l’acqua, dal lago a fiumi e torrenti. Un tema che nelle sue molteplici declinazioni diventa il presupposto di una proposta per nuove strategie territoriali che portino ad una rigenerazione e uno sviluppo del territorio, con nuove opportunità economiche e lavorative per i piccoli centri che soffrono il problema dello spopolamento. Non vuole essere solo un logo, ma "un volano per innescare un nuovo processo per l’attrattività dell’area", hanno detto le due ricercatrici. Ma come fare per avviare il cambiamento? La ricerca ha individuato delle priorità di intervento: è emersa in particolare la necessità di creare una rete tra i sistemi di trasporto locale. Strade, ferrovie, battelli della navigazione, ma anche piste ciclabili e rete sentieristica. Con l’obiettivo in particolare di collegare al meglio i centri più isolati, e intercettare i progetti extraterritoriali come la via d’acqua Locarno-Venezia. Quindi gli edifici dismessi presenti sul territorio, che possono essere impiegati per la nascita di una nuova economia.