Varese, un trionfo per tutta la città

La vittoria nei play-off ripaga delle troppe amarezze patite negli ultimi anni dalla squadra di calcio

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di Cristiano Comelli

Il trionfo non è solamente di una squadra, ma di un’intera città. Varese si coccola il suo gioiello calcistico l’indomani della vittoria ottenuta nella finale dei playoff per 1-0 sulla riviera di fiori contro la Sanremese.

È il coronamento di una stagione vissuta ad alta voce. Che consente di attribuire al presidente Stefano Amirante, oltreché la qualifica di number one della società, anche quella di profeta.

Il perché è presto detto: "A inizio stagione avevo detto che potevamo stare nelle prime posizioni della parte sinistra della classifica". E i giocatori si sono assunti il compito di inverare la profezia.

I segreti dell’impresa? La validità del collettivo? Affermativo. Il buon lavoro di amalgama tecnico e umano compiuto da Ezio Rossi prima e da Gianluca Porro poi? Affermativo anche in questo caso.

Ma c’è un terzo ingrediente che ha reso la torta prelibata. La forza di crederci di una città che in questi ultimi anni, sul piano calcistico, ha dovuto patire qualche amarezza di troppo. Problemi societari del vecchio Varese, cordate annunciate e poi ritornate nel nulla, fino all’emergere di un raggio di sole: Città di Varese e Busto 81 si prendono per mano e i biancorossi volano a disputare la serie D. Dove, come si è visto, tempo due campionati, si sono seduti nel salotto buono del girone. Consentendo alla città giardino di tornare a disegnare sorrisi sulla lavagna del suo mondo della sfera di cuoio.

E ora? Ora il futuro potrebbe dire Lega Pro. Ma nell’ambiente queste due parole le pronunciano per ora a bassa voce.

Certo, la vittoria nei playoff è fattore che pone la squadra in buona fiducia. Ma, afferma Amirante, prima di cercare di salire quest’ulteriore gradino, occorre vedere se le gambe siano sufficientemente solide.

Per ora regna la festa. Che si è svolta, l’altro giorno, al De Filippi. E che è davvero festa per una città abituata allo sport di un certo livello. Nel basket come nel calcio. Con una voglia di crederci che non è mai venuta meno, neppure nei momenti più cupi.