Tragedia di Albizzate, addio in Marocco per Fouzia e i bimbi

Effettuate le tre autopsie. Da lunedì perizia sulle macerie del cornicione

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di Valentina Rigano

Potranno tornare in Marocco le salme di Fouzia Taoufiq e dei suoi due bimbi, Soulaymane di 5 anni e Yaoucut, di soli 15 mesi, (nella foto) uccisi nel crollo del cornicione di un complesso commerciale la settimana scorsa. Le salme sono state dissequestrate dopo le autopsie effettuate ieri. Causa della morte, secondo i primi accertamenti, i numerosi traumi da impatto violento subiti. I risultati dell’esame finiranno nel fascicolo aperto dalla pm Nadia Calcaterra per le ipotesi di reato di omicidio plurimo e disastro colposi che conta su due indagati. Un dramma difficile da spiegare quello che poco più di una settimana fa ha sconvolto la comunità albizzatese, in una giornata di sole come molte di questo inizio d’estate. Erano le 17.30 circa quando Fouzia, 38enne marocchina da sei anni in Italia insieme al marito Noureddine, uscita di casa con i suoi tre figli, si è diretta nella zona commerciale per andare a fare la spesa al supermercato. Mentre camminava tenendo per mano Soulaymane e con Yaoucut nella carrozzina Adam, il maggiore che la seguiva in bicicletta, le ha chiesto di poter attraversare la strada per andare a salutare un amichetto.

La povera Fouzia ha acconsentito e, poco dopo, ha incrociato il sindaco Mirko Zorzo che ha fatto un passo indietro per farla passare. In quel momento oltre 70 metri di cemento armato le sono piombati addosso, travolgendo lei e i due bambini. Il primo cittadino, salvato da quel gesto di educazione, con la polvere addosso e visibilmente scosso è stato il primo a chiedere aiuto. Dalle attività commerciali sono usciti clienti e dipendenti. Qualcuno ha gridato, qualcuno ha cercato di capire se sotto le macerie qualcuno rispondeva, ma il silenzio ha dato loro la drammatica risposta. Il figlio superstite di Fouzia è stato preso in braccio da una dipendente del supermercato e portato all’interno, in attesa che arrivasse il padre che era al lavoro, chiamato da alcuni conoscenti.

Da allora la pm Calcaterra, il procuratore capo Gianluigi Fontana e i carabinieri stanno tentando di ricostruire l’accaduto, di spiegare attraverso possibili errori di progettazione o mancanze nella manutenzione, come sia potuto accadere. Due al momento gli indagati: l’amministratore delegato della società proprietaria dello stabile Antonino Colombo e il progettista, Cesare Gallazzi. Dalla procura fanno sapere come siano emersi ulteriori possibili profili di responsabilità ma i soggetti su cui effettuare accertamenti siano tutti deceduti. Lunedì, intanto, inizieranno le perizie in contraddittorio delle parti sul luogo della tragedia. Ieri gli inquirenti hanno effettuato un breve sopralluogo, per verificare quali tecniche utilizzare per la consulenza. L’area resta sotto sequestro.