Siccità record, la soluzione "Irrighiamo anche d’inverno"

La mancanza di pioggia ha spinto aziende agricole come la Cirenai a elaborare delle controstrategie: "Manteniamo sempre umidi i terreni"

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di Giovanni Chiodini

Sono ormai due mesi che non piove. La terra sta diventando troppo secca e quando pioverà molta acqua non verrà trattenuta dal terreno ma scivolerà via. In pianura questo non costituisce un grave problema idrico. Nelle zone collinari e di montagna invece potrebbe avere conseguenze più devastanti. La siccità è un problema per le coltivazioni.

"Ormai sono diversi anni che le piogge invernali si sono ridotte - afferma Alessandro Passerini dell’azienda agricola Cirenaica -. Ci stiamo sempre più avvicinando ad anni in cui ai periodi di siccità seguiranno altri in cui si avranno intense piogge". La siccità di quest’inverno, e comunque gli andamenti climatici ormai ripetuti nel tempo da almeno una decina d’anni, potrebbe indurre gli agricoltori, che in queste settimane hanno ripreso ad arare i terreni per prepararli alle semine, a modificare le scelte su quali colture indirizzarsi.

"I cambiamenti climatici, che sono la causa di questa situazione, sono in atto da diverso tempo - dice Passerini -. Solo che prima erano più lenti, oggi invece sono più perentori e ci obbligano a dei cambiamenti colturali rapidi, anche se si fa fatica a stare al passo con le nuove esigenze. Noi già da tempo siamo intervenuti con alcune correzioni per quanto concerne i prodotti da coltivare. Al esempio abbiamo ridotto l’estensione dei terreni coltivati a mais incrementando quelle coltivate a sorgo, un cereale che ha meno esigenze d’acqua".

Quella di Passerini è una delle aziende ecosostenibili aderenti al Consorzio Produttori Parco Ticino. "Non è possibile però stravolgere completamente le coltivazioni perché da queste esce una parte fondamentale del cibo per gli animali dei nostri allevamenti, fondamentali per garantire la qualità dei prodotti". Gli effetti della siccità si possono comunque calmierare anche con degli accorgimenti che, già sperimentati in passato, potrebbero portare dei benefici. Come ad esempio la possibilità di irrigare i campi anche d’inverno.

"Negli anni passati c’è stata un’esperienza del genere su un’area agricola del Castanese. I risultati sono stati positivi, anche dal punto di vista dell’avifauna, con una presenza di molteplici speci - osserva Passerini -. Bisognerebbe farla diventare una pratica continua. In questo modo si manterrebbe il territorio saturo d’acqua così che non ci sarebbero problematiche con le falde acquifere, sia superficiali che profonde. Dobbiamo concepire la pianura Padana come una grande spugna. Se rilasciamo acqua in inverno quando arriverà la stagione calda basterebbe davvero poco per rimpinguare questa spugna, dando immediato beneficio alle piante e alla natura in generale".