L'allarme Cgil dopo il dramma: "Diecimila infortuni in un anno, inaccettabile"

I dati drammatici della provincia di Varese e l’allarme della Cgil dopo la morte di Christian Martinelli alla “Bandera“ di Busto Arsizio

Christian Martinelli lavorava alla “Bandera“ da vent’anni: amava la sua professione

Christian Martinelli lavorava alla “Bandera“ da vent’anni: amava la sua professione

Busto Arsizio (Varese)  - È uscito di casa ieri mattina per raggiungere l’azienda di Busto Arsizio, Costruzioni Meccaniche Bandera Spa, dove lavorava da molti anni, ma Christian Martinelli, 49 anni, non è tornato al termine della giornata a Sesto Calende dalla sua famiglia: in fabbrica ha perso la vita. L’ennesima vittima di un infortunio mortale. L’incidente ieri mattina intorno alle 8,30 nella sede in via Del Roccolo dell’azienda, un marchio importante a livello internazionale nella produzione di macchine per l’estrusione di materie plastiche. Immediata la richiesta dei soccorsi, sono arrivati l’ambulanza dell’Areu e l’elisoccorso, quindi il trasporto immediato all’ospedale di Legnano, ma per l’operaio non c’è stato nulla da fare ed è deceduto poco dopo l’arrivo al pronto soccorso. Sul posto i vigili del fuoco, gli agenti della Polizia locale, i carabinieri e i funzionari dell’Ats per i rilievi del caso.

Secondo una prima ricostruzione Christian Martinelli, un operaio esperto, per cause ancora da accertare è stato trascinato da un macchinario a cui stava lavorando subendo un grave schiacciamento toracico. L’autorità giudiziaria ha disposto l’autopsia e il sequestro del macchinario, un fascicolo per omicidio colposo al momento contro ignoti è stato aperto dalla Procura di Busto Arsizio. Sotto choc i colleghi di lavoro del quarantanovenne che lascia la moglie, Sara e due bambine, di 7 e 8 anni. Ieri nel primo pomeriggio i sindacati provinciali hanno incontrato le rsu nella sede dell’azienda in corso Sempione, a Busto Arsizio.

"È un momento di grande dolore per i lavoratori – dice dopo l’incontro Ivano Ventimiglia, funzionario del Dipartimento Ambiente sicurezza e salute della Cgil di Varese – una tragedia che tocca tutti quanti, adesso saranno le indagini a fare chiarezza sulla dinamica, purtroppo la morte dell’operaio, dipendente della Bandera, un’azienda con una lunga storia, è un segnale d’allarme che noi sindacati abbiamo lanciato da tempo, sono diminuite le ore lavorate ma gli infortuni non hanno subito riduzioni". Ventimiglia sottolinea un aspetto che deve far riflettere, "purtroppo da un anno facciamo i conti con l’emergenza Covid, la lotta contro il virus, che ha richiesto azioni d’emergenza, ha tolto attenzione all’intero comparto della prevenzione degli infortuni nell’ambiente di lavoro, il dato nazionale nel 2020 parla di 550.340 infortuni denunciati, 1270 sono stati quelli mortali, con un incremento rispetto all’anno precedente, pari a 181 morti in più e questo a fronte di ore in meno lavorate per il periodo di lockdown".

Dati allarmanti anche in provincia di Varese, sottolinea ancora Ventimiglia. "Nel 2020 nel nostro territorio provinciale sono stati 10.047 gli infortuni denunciati, un dato che dal 2015 ha subito leggere variazioni, a conferma che la situazione non è migliorata, i morti nelle aziende stati due, in Lombardia 33". Il 2021 purtroppo nel primo trimestre a livello regionale ha già registrato 27 morti sul lavoro, l’operaio deceduto ieri mattina è la prima vittima quest’anno in provincia di Varese. " Siamo addolorati di fronte a questa tragedia – continua Ventimiglia – è un campanello d’allarme, noi da tempo sollecitiamo più risorse da destinare agli organismi di vigilanza, e bisogna cambiare l’approccio culturale al lavoro, mettere al centro il lavoro in sicurezza e l’organizzazione del lavoro che deve coniugare produzione e tutela del lavoratore". L’attenzione sul problema deve essere costante, conclude Ventimiglia, "non ci si può occupare della sicurezza solo quando si piange una vittima".