Fase 2 a Varese, l’allarme dei B&B: "Un anno per riprenderci"

Il mondo dell’ospitalità naviga nell’incertezza e si sente trascurato. Quasi un terzo dei gestori ha registrato zero incassi nei primi mesi del 2020

Laveno, una perla sul lago Maggiore che insegue la ripresa

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Varese, 15 maggio 2020 -   Il settore extralberghiero lancia un grido d’allarme, e lo fa dando voce ai protagonisti del mondo dell’ospitalità: i proprietari di strutture come bed and breakfast, guesthouse e case vacanze. A livello nazionale si è svolta un’indagine che ha riguardato un campione di oltre 600 gestori in rappresentanza di cinque regioni italiane, dalla Lombardia alla Sardegna. Tra i promotori dell’iniziativa anche l’Associazione B&B Varese. Le risposte raccolte nel sondaggio delineano un momento di grande crisi. Il 42,6% dei proprietari ritiene di poter sopportare questa situazione per non più di tre mesi, mentre il 30% teme di non resistere oltre un mese.

"La situazione è preoccupante – commenta il presidente di B&B Varese Alfredo Dal Ferro – per alcuni gestori questo è un secondo lavoro, ma per molte persone si tratta dell’unica entrata e in tanti casi sono stati effettuati anche investimenti importanti per aprire le strutture". Per il 44,1% degli intervistati si tratta infatti dell’unica fonte di reddito. Nel primo quadrimestre del 2020 un terzo delle strutture ha incassato il 10% dello stesso periodo del 2019, mentre un altro 30% ha registrato zero incassi. E le premesse per l’immediato futuro sono tutt’altro che positive: il 41,7% dei gestori pensa che ci vorrà un anno intero prima di poter tornare ai livelli pre-crisi. Solo l’8,4% pensa che ci vorranno 6 mesi, mentre un buon 30% immagina che servirà ancora più tempo, fino a 18 o 24 mesi. "Stavamo aspettando la stagione primaverile con tanti avvenimenti programmati ma invece non avremo assolutamente nulla – osserva Dal Ferro – le prenotazioni sono state annullate quasi al 100% e per il momento non c’è nessun movimento".

Su queste basi nasce la richiesta da parte di B&B Varese al mondo delle istituzioni. "Il nostro settore è stato completamente ignorato, nonostante gli interventi diretti al Ministro del turismo e al Presidente del Consiglio – dice il presidente dell’associazione –, solo la Regione ci ha risposto promettendoci un intervento a nostro favore al tavolo Stato-Regioni sul turismo". Si chiede un supporto ai gestori, un aiuto per poter resistere e scongiurare il rischio chiusura. "Queste persone – continua Dal Ferro – non hanno ricevuto i 600 euro come i professionisti, né il reddito di cittadinanza. Ma pur non avendo una partita Iva si tratta di realtà da tutelare".

Alle incertezze sull’effettiva ripresa dei flussi turistici si affianca poi il tema relativo a come riaprire. Il futuro dell’accoglienza sarà all’insegna di norme rigorose sul distanziamento e sulla sanificazione. La maggior parte dei bed and breakfast pensa che sarà possibile adeguarsi alle normative, ma quasi un terzo ritiene fondamentale l’arrivo di aiuti economici a supporto delle spese da sostenere.