Evasi dal carcere a San Valentino: "Un colpo di testa per rivedere i familiari"

Varese, Anthony Ragona e Roberto Nardello, rintracciati a Induno Olona e trasferiti a Opera sono stati sentiti dal giudice: per entrambi arresto convalidato

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L’evasione di San Valentino dal carcere dei Miogni a Varese "un colpo di testa" commesso perché volevano rivedere i loro familiari. Ieri mattina Anthony Ragona, 35 anni e Roberto Nardello, 50 anni, rintracciati e arrestati nella serata di giovedì, a Induno Olona, dagli agenti del nucleo investigativo regionale e di Varese della Polizia penitenziaria, sono stati sentiti in teleconferenza dal carcere di Opera dal giudice Niccolò Bernardi. Per entrambi arresto convalidato. L’evasione non sarebbe stata premeditata ma decisa dalla sera alla mattina, "un colpo di testa", come l’hanno definito, per rivedere i familiari poiché a causa del Covid le visite erano state drasticamente ridotte. Dunque nel pomeriggio di lunedì 14 febbraio si sono allontanati dalla ciclofficina, dove stavano lavorando, hanno scavalcato il muro di cinta del Miogni e sono fuggiti. Immediate sono partite le ricerche a tappeto in tutto il territorio, con vasto dispiegamento di forze, nello stesso tempo gli investigatori hanno sottoposto a controlli con intercettazione telefoniche i possibili contatti dei due evasi, fondamentali per rintracciarli. Il giorno 15 febbraio Nardello è andato dalla moglie, ad Arcisate, ma la donna non ha avvisato le forze dell’ordine. L’altra sera, alle 20,30 l’arresto a Induno Olona. Gli agenti sono arrivati sul posto seguendo i genitori di Ragona. L’onorevole leghista Matteo Bianchi ha presentato un’interrogazione al Ministro della Giustizia Marta Cartabia, mentre il senatore Pd Alessandro Alfieri è pronto a promuovere "un’azione bipartisan per trovare una soluzione". R.F.