Eolo, l’amministratore delegato lascia i domiciliari

La decisione del gip. Luca Spada: le accuse restano infondate

Il fondatore e ad di Eolo, Luca Spada

Il fondatore e ad di Eolo, Luca Spada

Busto Arsizio (Varese), 5 dicembre 2018 - L'amministratore delegato di Eolo, società di provider internet con sede a Busto Arsizio, è stato scarcerato ieri dai domiciliari, per decisione del gip di Busto Arsizio Piera Bossi. Luca Spada, arrestato la scorsa settimana nell’ambito di un’inchiesta su presunti illeciti commessi dalla società nello sfruttare frequenze non ancora assegnate, è tornato a piede libero.

Secondo il gip non sussistono più le esigenze di custodia. Essendo l’inchiesta iniziata due anni fa, con parere positivo del pm Nicola Rossato, il giudice ha deciso che Spada non sarebbe soggetto a pericolo di fuga e inquinamento probatorio. Insieme a lui, a seguito di un’inchiesta della Guardia di finanza di Varese, precisamente della compagnia di Busto Arsizio, sono stati indagati altri cinque manager e la società stessa. Tutti sono accusati a vario titolo di truffa ai danni dello Stato pluriaggravata, furto di radiofrequenze non autorizzate pluriaggravato e turbata libertà dell’esercizio di un’industria o di un commercio. Secondo le indagini delle fiamme gialle, coordinate dalla Procura di bustocca, la società provider avrebbe fornito illegittimamente al pubblico servizi di connessione internet veloce tramite tecnologia wireless, occupando frequenze non ancora assegnate dal ministero dello Sviluppo economico, guadagnando illecitamente 3,5 milioni di euro (sequestrati dalla Finanza dai conti societari). Accuse definite «infondate» dallo stesso Spada, che ha spiegato come la vicenda sia partita «da una denuncia in Procura di un nostro concorrente, il cui contenuto rigetto completamente».

Il manager ha poi proseguito: «Sono un imprenditore che ha iniziato 25 anni fa creando aziende che hanno pagato milioni di euro di tasse allo Stato, portiamo avanti ogni giorno un progetto che vedrà oltre 300 milioni di euro di investimenti per portare la nostra rete nel sud del paese e garantire un servizio eccellente, queste accuse mi hanno fatto male. Mi ritengo un servitore dello Stato, essere accusato di avergli recato danno è qualcosa che respingo nella maniera più assoluta». Spada ha spiegato che le frequenze utilizzate senza che vi fosse un’assegnazione, «sono emesse da noi, quindi è come mi fossi rubato la macchina da solo». Quelle radiofrequenze, ha spiegato il manager «le abbiamo usate chiedendo di essere autorizzati alla sperimentazione, convinti di non fare nulla di sbagliato». Poi sarebbe arrivata una «diffida da parte del Ministero», ha spiegato, «con relativa sanzione che abbiamo pagato». A quel punto, ha aggiunto Spada «abbiamo cessato di usare quelle frequenze, per il cui spazio gestito dallo Stato non era in corso alcun bando, prima dell’arrivo della Finanza».