Cargo city al Terminal 2, il dibattito è acceso

I sindaci del Cuv contrari alla proposta di Balotta. Ma i comitati dicono sì

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Fa discutere la proposta di realizzare l’ampliamento di cargo city a Malpensa nell’area del Terminal 2 lanciata da Dario Balotta (nella foto), presidente di Onlit (Osservatorio nazionale liberalizzazioni infrastrutture e trasporti) che intende sottoporla all’attenzione dei ministeri della Transizione ecologica e delle Infrastrutture.

Ci sono pareri contrari, quelli dei sindaci dei 9 comuni del Cuv, e quelli a favore di Unicomal (Unione dei comitati) e di Europa Verde. Per Dimitri Cassani, sindaco di Casorate Sempione e presidente di turno del Cuv, "la proposta non è ricevibile, è fuori tempo massimo e bisogna considerare la richiesta a Sea, da parte di Enac, di riaprire il Terminal 2, ancora chiuso". Il Cuv, che il 16 maggio sarà al tavolo in Regione sul Masterplan 2035, rispedisce al mittente l’idea alternativa di Balotta.

Favorevole invece Unicomal: "Trasformare il Terminal in disuso in capannoni cargo ha una sua logica economica e ambientale, economica perché consente di recuperare una superficie oggi dismessa e che necessita di interventi di ristrutturazione importanti, ambientale perché rende possibile l’estensione della cargo city, tanto voluta da Sea, nel sedime aeroportuale senza espandersi verso la brughiera, sito che per unicità e importanza va salvaguardato".

A favore anche la parlamentare europea, coportavoce nazionale di Europa Verde Eleonora Evi, che promuove la proposta del presidente di Onlit: "Lo sviluppo nell’area del Ticino non può più tollerare alcun consumo di suolo, Malpensa dispone di un’enorme area di 1.400 ettari di terreno e Sea è in grave ritardo nelle compensazioni ambientali, adesso non si può giustificare una nuova cargo city su un’area verde extrasedime ovunque sia collocata". Dal canto suo Dario Balotta sostiene che c’è ancora tempo per discutere sul Masterplan e quindi valutare la proposta. R.F.