Sparatoria a Caravate, giovane ferito a una gamba: due arresti per tentato omicidio

Una donna italiana di 37 anni e un maghrebino 27enne considerato l'esecutore materiale del presunto regolamento di conti per il controllo del territorio nei boschi dello spaccio

Carabinieri e ambulanza

Carabinieri e ambulanza

Caravate (Varese), 20 maggio 2024 –  Un regolamento di conti per il controllo del territorio: è questo il possibile movente che ha portato al ferimento, con lo scopo di uccidere, un 36 enne maghrebino lasciato in fin di vita sotto la pioggia lo scorso 5 marzo a Caravate e per il quale sono state arrestate due persone. Si tratta di una donna italiana di 37 anni accusata di essere la fiancheggiatrice dello sparatore, un maghrebino di 27 anni fermato a Milano.

Mentre la sospettata è stata colpita da una richiesta di custodia cautelare in carcere il 23 aprile scorso, il giovane uomo considerato l’esecutore materiale del grave ferimento è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto a Milano, il giorno stesso, condotto in carcere a San Vittore e lì raggiunto anch’esso da ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Le indagini

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Varese e condotte in maniera sinergica dal Nor di Luino e dalla Stazione dei carabinieri di Laveno Mombello, hanno chiaramente consentito di correlare l'episodio, nonostante il silenzio e i tentativi della vittima di minimizzare l'evento come scambio di persona, all'attività di spaccio di sostanze stupefacenti nelle aree boschive e al correlato scontro tra bande rivali impegnate nel tentativo di controllo e appropriazione del territorio montano per i propri traffici.

Pazienti e complessi accertamenti hanno infatti permesso di scoprire che la persona offesa dal reato, già segnalata nel passato per specifiche attività di spaccio nelle aree boschive insistenti nei comuni di Castello Cabiaglio ed Orino, avesse legami molto stretti con una gang locale, di cui è stata ricostruita successivamente la rete e le attività delittuose, e, a causa tali relazioni criminose, fosse stato oggetto di ritorsioni e regolamento di conti.

Le indagini, ancora in corso, sono volte sia all'individuazione di altri fiancheggiatori della specifica vicenda, che potrebbero presto essere oggetto di nuove misure cautelari, sia allo smantellamento della rete locale di spaccio, di cui il 27 enne maghrebino sarebbe un nodo fondamentale.

L’episodio

La sparatoria è avvenuta lo scorso 5 marzo. Alle 21.45, un dipendente del cementificio “Colacem” di Caravate aveva richiesto tramite il NUE112 l’intervento di personale sanitario poiché, nel recarsi al cementificio per intraprendere il proprio turno di servizio, al margine della strada dell’area industriale di via Rusconi, aveva soccorso un uomo ferito e sanguinante, successivamente identificato in un 37 enne maghrebino in Italia senza fissa dimora e con numerosi precedenti di polizia.

Sul posto, unitamente a un’ambulanza del 118, erano intervenuti militari della Stazione carabinieri di Laveno Mombello e del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Luino che, nell’immediatezza dell’intervento medico, avevano riscontrato trattarsi di ferite per colpo d’arma da fuoco sul fianco sinistro della vittima, trovata ancora cosciente e verosimilmente non in pericolo di vita. L’uomo è stato così trasferito in codice giallo presso l’Ospedale “Circolo” di Varese, dove è stato sottoposto ad intervento chirurgico e ricoverato per molti giorni presso il reparto di “chirurgia generale urgenza e trapianti” con chiara diagnosi per ferita da arma da fuoco all’anca e alla coscia.