
Le barriere linguistiche e culturali spesso complicano la comunicazione fra anziani assistiti, famiglie e badanti di lingua straniera. Un progetto nato a Varese si è posto l’obiettivo di rendere più facile il dialogo tra queste realtà, puntando sulla tecnologia. L’iniziativa “Agevola“ vede protagonista l’Università dell’Insubria con un team di tre professori ai quali si sono aggiunti anche docenti degli Atenei di Bergamo e Milano.
Al centro del programma, sostenuto da Fondazione Cariplo, un’App per cellulari in sette lingue (dal nome Age.Vol.A) e un sito web dedicato: www.agevola.org. Due strumenti pensati proprio per ridurre le distanze tra anziani e assistenti familiari con un glossario in italiano, inglese, spagnolo, rumeno, russo, albanese e ucraino. Tre le sezioni: salute, vita quotidiana e istituzioni. Una novità che la comunità straniera di Varese ha accolto con interesse. L’App e le altre attività del progetto sono state illustrate in un incontro nell’Aula Magna dell’Ateneo varesino.
Ma “Agevola“ non vuole fermarsi qui: l’applicazione è infatti aperta ad ampliamenti futuri grazie ai suggerimenti che arriveranno dai suoi utilizzatori. L’iniziativa si è concretizzata anche in un’attività di analisi e studio del territorio e delle esigenze di anziani e badanti residenti nel Varesotto. Un lavoro iniziato da un focus sulla demografia, da cui emerge come la provincia di Varese sia caratterizzata da un’alta percentuale di abitanti “over“. Nel 2021 infatti l’indice di vecchiaia del Varesotto registra 183,5 anziani ogni 100 giovani. Solo in 7 comuni su 138 l’indice di vecchiaia è inferiore a uno. Un questionario rivolto agli assistiti e ai loro familiari ha cercato di fornire un quadro degli anziani sul territorio.
Le tre attività più comuni della vita quotidiana (mangiare, fare il bagno, vestirsi) sono svolte in modo autosufficiente dalla metà del campione. Solo il 7% degli intervistati non segnala alcuna problematica sanitaria. Il 43% degli assistiti parla prevalentemente dialetto, che non è compreso dal 40% delle badanti. Per quanto riguarda le assistenti domiciliari, il 98% è donna e l’età media è 55 anni. Il 55% di loro non ha la cittadinanza europea e in media vive in Italia da 13 anni. Le nazioni più rappresentate sono Ucraina, Perù e Moldova. Le maggiori difficoltà comunicative riguardano sanità e burocrazia.
Lorenzo Crespi