Vaccini, ad Assago le mamme vanno dal legale

La scuola voleva tenere fuori 12 bimbi per alcuni ritardi dovuti all’azienda sanitaria

La controversa questione vaccini è arrivata anche alla scuola di Assago

La controversa questione vaccini è arrivata anche alla scuola di Assago

Assago (Milano), 21 marzo 2018 - Da una parte ci sono i genitori di una dozzina di bambini, che frequentano le aule dalla scuola dell’infanzia alle medie. Dall’altra, la preside dell’istituto Margherita Hack, Antonella Maria Vilella. In mezzo, lettere, missive protocollate e avvocati. La questione riguarda gli obblighi vaccinali a cui i genitori dovevano ottemperare entro metà marzo. C’erano tre strade possibili: presentare il libretto vaccinale, con tutte le visite in ordine; mandare alla scuola un’autocertificazione e poi, a metà marzo, mostrare il libretto dei vaccini. O chiedere un appuntamento all’Ats e fissare una data per iniziare un percorso ad hoc per i bambini che avevano esigenze particolari.

Tutto legittimo, tutto regolato dalla legge in materia di vaccini e scuola. Ma come un fulmine a ciel sereno, i genitori si vedono recapitare una lettera «e molti – denunciano – l’hanno ricevuta a mano dai bambini, senza alcun rispetto per la privacy», con un avvertimento: o si rispetta la consegna dei documenti, o i bambini non verranno fatti entrare scuola. «Noi eravamo in regola, avendo consegnato la lettera con l’appuntamento dell’Ats – raccontano mamme e papà –, ma l’azienda sanitaria è in ritardo con il calendario, quindi molti non avevano ancora provveduto a effettuare i vaccini. Ci siamo sentiti dire che i nostri bambini non avrebbero potuto frequentare più la scuola». I genitori reagiscono: «Abbiamo subito chiamato un avvocato: la lettera è arrivata tre giorni fa, e la minaccia di non far entrare i bambini era a partire da lunedì. Per fortuna, il legale ha raccolto tutto e ha mandato una diffida alla preside».

Le accuse: abuso d’ufficio, «perché aveva preso una decisione così grave in autonomia», e minacce «per come si era comportata, anche a voce, con alcuni genitori». La preside riceve la diffida, contatta i legali dell’istituto, e ritira il provvedimento. «Intanto, abbiamo dovuto pagare un avvocato, – lamentano i genitori –. E chi non poteva permetterselo, invece? Doveva subire una decisione ingiusta e illegittima?». I bambini, alla fine, sono tornati in classe senza problemi.«Mi sono semplicemente attenuta alle disposizioni date da Ats che ci ha inviato anche le lettere da mandare ai genitori. Non è stata una mia scelta – spiega la preside Vilella –, ma provvedimenti che arrivano da Ats. Mi dispiace per lo scontro, ma non ho mai minacciato nessuno». Pace fatta? Non proprio. Se da una parte la dirigente rivendica di aver agito «secondo le disposizioni», dall’altra i genitori vedono «mancare un rapporto di fiducia fondamentale. Alcuni stanno pensando di far cambiare scuola ai figli».