Dalla Calabria all'Arkansas: chi è Salvatore Furci

Laurea in legge, "educazione militare", esperienza in Usa, chiamato a gennaio per rinnovare il comando travolto da un altro scandalo

Il comandante della polizia locale Salvatore Furci

Il comandante della polizia locale Salvatore Furci

Trezzano sul Naviglio (Milano), 13 aprile 2021 – Vestire la divisa era “onore e orgoglio”. Lo ripeteva come un mantra, come a dimostrare che essere agente della polizia locale non era solo fare multe. Anche questo lo ripeteva continuamente, aggiungendo di voler “far vedere che il nostro lavoro è stare vicino alle persone, agendo con rigore e trasparenza”. Salvatore Furci si era insediato al comando di Trezzano a gennaio, dopo la brutta storia di uno scandalo: decine di auto sequestrate dalla polizia locale e lasciate nei depositi autorizzati. Una “dimenticanza” che ha portato un debito per le casse comunali di oltre 500mila euro. Sul caso è stata aperta un’inchiesta interna, ancora riservata e in corso, e l’ex capo dei ghisa era saltato: nessuna riconferma dell’incarico, tra imbarazzi e indignazione.

Al suo posto era subentrato proprio Furci che aveva promesso “un cambio di rotta della nave”. Ma il capitano della nave, ridotta a una zattera che naviga in mari mossi, è stato arrestato questa mattina, accusato di aver infilato della cocaina sotto il sedile della comandante Lia Vismara di Corbetta, dove Furci era stato licenziato l'anno prima. Una vendetta studiata nei particolari, ma non abbastanza da sfuggire alla ricostruzione della Squadra Mobile di Milano che ha incastrato il comandante attraverso intercettazioni e filmati delle telecamere. Il rigore e la legalità di cui Furci si inorgogliva si è sgretolato alla notizia dell’arresto che ha scosso Trezzano, a partire dal Comando dove gli agenti della polizia locale sono forse i più sconvolti, alcuni pieni di rabbia, perché nel “cambio di rotta” del comandante Furci ci avevano creduto.

Un uomo che diceva di essere cresciuto con “un’educazione militare”: 43 anni, nato a Gioia Tauro, vent’anni di esperienza. Un diploma di perito chimico, una laurea in Giurisprudenza. E ancora, brevetto da paracadutista, motociclista. Anni passati nell’annonaria di Milano, poi nel nucleo trasporti e infine all’antidroga, sempre nel Comando della polizia locale di Milano. Quando si è raccontato sulle nostre pagine non ha menzionato neanche di striscio l’eseprienza a Corbetta, come a voler dimenticare quei mesi prima di essere licenziato, motivo che lo avrebbe spinto, secondo gli inquirenti, alla vendetta per far incriminare la numero uno dei ghisa.

A Trezzano era arrivato con buoni propositi, con l’intenzione di rivoluzionare il comando e di portare la sua esperienza con “tutte le operazioni svolte in questi anni, a partire dall’aver contribuito ad arrestare 500 persone”, raccontava orgoglioso. E poi, c’era l’esperienza negli Stati Uniti: Furci faceva sfoggio delle settimane passate con la polizia di Little Rock, in Arkansas, “dove ho perfezionato l’uso delle armi”. Una sicurezza che non era lontana dalla superbia per alcuni, ma lui si è sempre detto “umile, con voglia di lavorare e fare. Certo – sottolineava – se qualcuno mi si mette davanti, allora tiro fuori il carattere”.