Michieletto, Romanò e gli altri: quanta Lombardia nell'Italvolley campione del mondo

I giovani schiacciatori hanno trascinato gli azzurri, in un gruppo dove brillano anche Anzani, Sbertoli e Galassi

Una schiacciata di Alessandro Michieletto

Una schiacciata di Alessandro Michieletto

C’è il veterano Simone Anzani, il talento e figlio d’arte Michieletto, l’outsider Romanò, quello che fino a due anni fa non aveva mai giocato in Superlega e il milanese doc Sbertoli. Sono loro i lombardi della Nazionale di De Giorgi, campione del Mondo per la prima volta dal 1998. 

Il primo è commosso, il viso è subito rigato da alcune lacrime. Nonostante Anzani, nato a Como nel 1992, abbia 'solo' 30 anni, è uno dei veterani di questa Nazionale. C’era un anno fa sempre in Polonia, quando il gruppo azzurro diventava campione d’Europa e c’è ancora un anno dopo. Dodici mesi fa non voleva partire perché era nata da poco la prima figlia. 365 giorni dopo piange, dedica la vittoria allo zio morto da poco e si coccola in braccio l’altra sua vittoria più grande, la piccola Viola. Il centrale della Lube, da anni uno dei migliori in Italia nel suo ruolo, forse sbocciato un po’ tardi, nel tempo si è preso la sua rivincita e tra poco non saprà più dove mettere i trofei. Due campionati vinti, due Coppe Italia, due Supercoppe, un Mondiale per Club e una Challenge Cup più l’Europeo e il Mondiale.

Poi c’è il 20enne Michieletto, ormai leader di questo gruppo lanciato prima a Trento da coach Angelo Lorenzetti e poi in maglia azzurra da Fefè de Giorgi. Sulla schiena porta il numero 5, quello del suo idolo Osmany Juantorena che dopo Tokyo l’ha consacrato come suo erede. Nel sangue scorre da sempre la pallavolo, più che una passione, un vero affare di famiglia. Papà Riccardo ha giocato nel periodo della Generazione dei Fenomeni: forse un segno del destino avendo poi cresciuto quello che non è esagerato chiamare appunto Fenomeno. Insieme a lui ci sono le altre pallavoliste le sorelle, Francesca e Annalisa, con la prima schiacciatrice come Alessandro. Gli unici che non si sono fatti 'contagiare' sono mamma Eleonora ex cestista e il piccolo di casa Andrea, calciatore in erba. Pensare che Michieletto che con le sue bordate ha trascinato e trascina gli azzurri da un anno ha iniziato come libero, poi data l’altezza è passato a un ruolo a lui più consono. Tifosissimo dell’Inter, nato a Desenzano ha il futuro nelle sue mani o meglio nelle sue schiacciate. 

A mettere altri punti a referto, insieme ad Alessandro anche l’altro lombardo, Yuri Romanò. Oggetto misterioso per molti fino a un anno fa è ormai faro di questa formazione. L’opposto nato a Monza nel 1997 è sbocciato tardi o forse è stato scoperto con ritardo dal volley con conta. Dopo buone stagioni in A2 lo scorso anno ha giocato all’Allianz Powervolley Milano. Prima di fare il debutto Superlega, ha fatto la voce da gigante con gli azzurri di De Giorgi. È stato lui il trascinatore nella finale dell’Europeo dello scorso anno contro la Slovenia. Credito al ct che si è preso la responsabilità di preferire nel ruolo di opposto Pinali e il lombardo a Ivan Zaytsev. Scelta riconfermata anche quest’anno per il Mondiale. I fatti danno ragione a De Giorgi. Romanò non subisce il peso delle aspettative. L’ex bambino che giocava a calcio e che, come Michieletto, tifa Inter, è diventato grande e sa cosa significhi assumersi le proprie responsabilità. Proprio per questo prossimo anno non giocherà più a Milano, impossibile fare ancora da secondo a quel Patry battuto tra l’altro sul campo ai quarti del Mondiale. Per lui nuova avventura a Piacenza con Bernardi.

Poi l’ombra di Simone Giannelli, uno che se non avesse davanti l’alzatore di Perugia sarebbe titolare ovunque, Riccardo Sbertoli. Nato a Milano nel 1998 si è formato a Segrate e per anni è stato il regista perfetto della Powervolley. Dalla passata stagione l’avventura a Trento, per crescere e fare l’ennesimo salto di qualità per la prima volta lontano dalla sua Milano.  Infine, altro pilastro di questo gruppo Gianluca Galassi, centrale nato a Trento e giocatore della Vero Volley Monza. Incredulo alla fine non solo per la vittoria ma per il premio individuale nel suo ruolo. E invece, Gianluca, bisogna crederci, siete tutti campioni del Mondo.