MATTIA TODISCO
Sport

L’Inter spaventa i suoi tifosi. Quanti dubbi dopo il crollo a Firenze. Lacune in mediana e nel turnover. Lunedì la rivincita: e si cambia tanto

Inzaghi non cerca alibi ("Sconfitta che fa male per come è maturata) ma avverte: "Evitiamo di far drammi". Nel posticipo a San Siro torna Pavard e si rivede Darmian. Anche Barella e Dimarco titolari dal primo minuto.

Inzaghi non cerca alibi ("Sconfitta che fa male per come è maturata) ma avverte: "Evitiamo di far drammi". Nel posticipo a San Siro torna Pavard e si rivede Darmian. Anche Barella e Dimarco titolari dal primo minuto.

Inzaghi non cerca alibi ("Sconfitta che fa male per come è maturata) ma avverte: "Evitiamo di far drammi". Nel posticipo a San Siro torna Pavard e si rivede Darmian. Anche Barella e Dimarco titolari dal primo minuto.

L’unico sorriso di Simone Inzaghi, giovedì sera a fine partita, era indirizzato a Edoardo Bove, presente al Franchi. Dal triplice fischio in poi e per tutta la giornata di ieri, le riflessioni del tecnico non davano grandi motivi per essere felice. Il tonfo di Firenze è stato pesante, inaspettato per vari motivi: l’avversario in difficoltà di formazione, i risultati che hanno preceduto il 3-0 del Franchi (unica sconfitta del 2025 in finale di Supercoppa). Tutto ci si poteva attendere, ma non un ko senza tirare in porta. Nel post-partita Inzaghi nulla ha salvato di quanto visto. Ha pure sottolineato come non sia "il momento di fare drammi", ma che "la sconfitta fa male per come è maturata". Un bene, che lunedì si torni di nuovo in campo, per coincidenza contro lo stesso avversario rinforzato dai nuovi acquisti. Forse è meglio così, perché qualche interista è sembrato entrare in campo senza le scarpe ben allacciate.

Difficile un’analisi sui singoli in una partita nella quale non emergono sufficienze. Dopo il 2-0, Inzaghi ha effettuato tre cambi in un solo “slot“, ma guardando alla prestazione globale avrebbe dovuto toglierne dal campo undici, regolamento permettendo. Preoccupa in particolar modo quello che è il cuore della squadra, il centrocampo, solitamente granitica certezza soprattutto con Calhanoglu e Mkhitaryan. Proprio i due “pretoriani“ del tecnico sono stati invece i primi ad essere chiamati fuori, dopo aver “pasticciato“ in occasione del raddoppio viola. Né tantomeno Frattesi, che doveva far rifiatare Barella (entrato nella ripresa) è parso adatto in una gara nella quale l’Inter non riusciva a velocizzare il palleggio.

Qualche cambio di formazione in vista di lunedì era già stato messo in conto prima della sconfitta, figuriamoci con una prova del genere. Tornerà Pavard per Bisseck, ci sarà Darmian per lo squalificato Dumfries e di certo Barella e Dimarco (entrato pur febbricitante, ha innescato il tris alla Fiorentina con un passaggio sciagurato) al posto di Frattesi e Carlos Augusto. Non si derogherà, salvo sorprese, al duo d’attacco titolare e non certo perché Lautaro e Thuram siano reduci da una prova di grido. Come i compagni sono naufragati sull’Arno, ma quando è entrato Arnautovic si è visto solo per non aver impattato un pallone più che gestibile a due passi da De Gea, mentre Taremi al Franchi ha giocato solo gli ultimi minuti. Anche per questo la dirigenza aveva provato a scompigliare le carte del reparto offensivo, nel mercato invernale. Serviva però l’uscita dello stesso Arnautovic o di Correa, che non hanno ricevuto offerte a loro gradite. Se ne andranno, a scadenza. E poi forse Inzaghi avrà la punta richiesta.

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