
La foto della discordia di 7 anni fa con Pasini e la maglia dell’Atalanta in dono
L’impressione sempre più diffusa, a Brescia, è che la strada sia ormai tracciata. Rimangono i contenuti formali da definire, ma salvo ulteriori colpi di scena il “Rigamonti“ nella prossima stagione continuerà a ospitare il calcio professionistico. Un’opportunità che, dopo la scelta del presidente Massimo Cellino che sta mettendo fuorigioco il Brescia, sarà possibile grazie alla decisione di Giuseppe Pasini di accettare la proposta avanzata dal Comune di Brescia di portare la Feralpisalò e la sua matricola sportiva in città. Ma entro il 15 luglio dev’essere depositato il cambio di denominazione e sede. Un progetto complicato e ambizioso, che presenta ancora diverse questioni da risolvere. Prima tra tutte, la necessità di sapere quali saranno gli altri imprenditori che affiancheranno il patron del Gruppo Feralpi, che ha posto come espressa condizione quella di non essere lasciato solo a gestire la ripartenza del calcio nel capoluogo.
Al di là di questo, però, il sostegno dell’amministrazione comunale e la possibilità di creare una cordata di industriali disposta a rilanciare il Brescia (capitanata magari dalla Dac, la saocietà di Daniele Scuola già sponsor delle Rondinelle) rappresentano carte vincenti per un salvataggio che, in ogni caso, dovrebbe superare la diffidenza di una buona parte di tifoseria. Sono diversi i passi che si vogliono compiere in questo senso, a partire dal nome che, almeno in questa prima stagione, non potrà essere “Brescia“ (la denominazione “Brescia FC“ appartiene ancora a Cellino che potrebbe decidere di far ripartire il club dall’Eccellenza). A tal proposito si stanno studiando le strade che potrebbero permettere di inserire la denominazione Brescia nel nome della nuova squadra, anche se è da escludere una dicitura FeralpiBrescia.
Le ipotesi principali sono Brixia e Leonessa, ma non sembrano coinvolgere più di tanto una larga fetta dei tifosi biancazzurri, che non solo hanno espresso la loro contrarietà a ogni sorta di fusione, ma hanno già anticipato che non saranno sugli spalti per seguire la nuova, strana creatura. Una parte di sostenitori biancazzurri ha rimesso in circolazione la foto di Pasini con la maglia dell’Atalanta, scattata in occasione di una visita del patron della Feralpi alla sede di allenamento dei nerazzurri. Un’immagine che, all’epoca, ha suscitato forti polemiche e che non sembra certo l’ideale per poter considerare Pasini come salvatore del Brescia. Un aiuto per superare queste e tutte le altre diffidenze potrebbe giungere dal campo: una Feralpisalò “brescianizzata“, guidata in panchina da un’ex Rondinella come Aimo Diana potrebbe richiamare l’affetto dei tifosi a suon di risultati. Se poi nell’attuale gruppo verdeblù, debitamente vestito di biancazzurro, venissero inseriti giocatori come Bisoli, Adorni, Galazzi, Calvani e, magari, Torregrossa, forse l’amore tra il “nuovo“ Brescia e la sua città potrebbe fiorire davvero.
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