"Sono entusiasta, il festival cresce"

Valentina Magaletti, batterista, percussionista e compositrice a Terraforma: sul palco con Lafawndah e Moin

Valentina Magaletti

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Bollate, 1 luglio 2022 -  Ci sono ancora una volta la storia, le memorie, i fantasmi, di Villa Arconati a fare da cornice alle sperimentazioni di Terraforma, la rassegna elettronica che dopo due anni di stop forzato torna ad esplorare i tanti “altrove” della musica. In programma a Bollate da oggi a domenica, il più visionario dei festival lombardi prova a tratteggiare nuovi immaginari per il futuro, realizzando quella simbiosi fra arte, vita e natura che ha fatto la fortuna delle sei edizioni precedenti. "Mi esibirò in tre situazioni completamente diverse una dall’altra" spiega Valentina Magaletti, batterista, percussionista e compositrice pugliese residente da anni tra Londra e Los Angeles. "Oggi mi esibisco con la ‘Bjork persiana’ Lafawndah, domani con Moin, il trio di cui faccio parte assieme a Tom Halstead e Joe Andrews, e domenica mattina con un suggestivo set acustico".

Tre situazioni diverse con tre anime completamente diverse.

"Ho partecipato all’ultimo album di Lafawndah ‘The fifth season’ proseguendo una collaborazione che va avanti da anni, ma a Terraforma presenteremo probabilmente tutti brani inediti come già fatto un paio di settimane fa al Sonar di Barcellona. Con Moin, invece, abbiamo appena ultimato il nostro secondo disco, che credo uscirà a fine anno, e quindi presenteremo pezzi di entrambi. Per quanto riguarda la performance solista, gli organizzatori sono stati un po’ crudeli nel fissarla alle 10 di mattina, ma delle tre sarà la più sperimentale".

È la sua prima esperienza a Terraforma.

"Sono entusiasta perché il festival è in continua espansione. Quanto a gusti musicali, condivido almeno l’80% del programma, a cominciare dalle presenze di Autechre, di due dj fantastiche come la mia amica Crystallmess e Dj Marcelle, Mc Yalla, Higher Intelligence Agency, ma pure Marc Ernestus Ndagga Rhythm Forces che è una vera e propria bomba".

In Italia festival di confine così hanno già uno spazio definito o devono ancora accrescere il proprio ruolo?

"Terraforma non è ancora Glastonbury o il Primavera Sound, ma conta già su un pubblico di nicchia che gli offre straordinarie prospettive di crescita. Da musicista sperimentale continuamente in tour, dico che l’apertura verso questo tipo di proposta è in continua crescita".

Pure nel cosiddetto “mainstream” ogni tanto si comincia ad ascoltare qualcosa di diverso.

"Sì, anche se non sono super entusiasta del nuovo singolo di Beyoncé ‘Break my soul’ perché sembra i Techonotronic. Spero che certi artisti interpreti non vogliano rifarsi solo al passato, ma intendano anche guardare avanti. Bisogna avere curiosità e voglia di mettersi in gioco. Diciamo che l’ansia di piacere a tutti ad ogni costo a volte diventa un limite".