Uno, nessuno o ventimila spettatori. I Subsonica sono sempre gli stessi

Domani a Brescia, il 23 a Milano. Boosta Dileo promette scintille per il ritorno: siamo animali da palco

I Subsonica: il primo da sinistra è Davide “Boosta” Dileo, 46 anni

I Subsonica: il primo da sinistra è Davide “Boosta” Dileo, 46 anni

Brescia - "I ragazzi sono di nuovo in città", scherza Davide “Boosta” Dileo citando i sempiterni Thin Lizzy per raccontare la reunion che riporta i Subsonica in concerto domani all’Arena Campo Marte di Brescia e il 23 al Cortile delle Armi del Castello Sforzesco di Milano. "Già dal primo spettacolo è stato come tornare ad indossare un vestito chiuso nell’armadio da tempo, sorprendendoti per quanto ti sta bene e ti fa sentire a tuo agio" assicura il tastierista torinese, 46 anni. "Sconfinando nella fantascienza, possiamo dire di aver passato uno ‘stargate’ capace di annullare questi mesi di distanza per tornare a farci sentire proprio com’eravamo".

Non proprio un risultato scontato. "Effettivamente l’affiatamento, per un gruppo abituato al palco come il nostro, poteva essere un’incognita. Il dato più importante di questo ritrovarsi è stato scoprire che ci piace ancora condividere le cose, particolare che lascia prevedere, quando sarà, la nascita un buon capitolo 10 della nostra discografia". 

Quanto incide sugli umori passare dai 6-8 mila di prima e i mille-millecinque di ora? "Meno di quanto ci si possa aspettare, anche perché alle spalle abbiamo una carriera che ci ha visti a suonare in tutti i contesti e in qualsiasi condizione. E soprattutto di farlo per uno o 20mila alla stessa maniera. Non per niente siamo diventati i Subsonica grazie al passaparola dei concerti".

Rimarrà in tour con la band fino a fine agosto, e il 21 settembre l’omaggio a Battiato all’Arena di Verona. Poi a quali dei tanti progetti che ha da parte darà la priorità? "Mi regalerò un po’ di concerti per pianoforte, ma anche ad un nuovo allestimento della galleria d’arte che ho aperto a Torino in San Salvario; l’ho creata per esporre opere mie con l’intenzione di cambiare allestimento ad ogni solstizio. Un atelier dove do corpo ai suoni, perché tutto è suono, tutto è una colonna sonora. Ho utilizzato, ad esempio, il codice alfabetico delle note per trasporre in musica le liriche di Giuseppe Ungaretti; non ‘musicando’ le sue poesie, ma tirando fuori la loro voce e la loro melodia".

Ha intenzione di sbarcare pure in altre città? "A novembre porterò le mie opere a Milano, nello spazio di Raffaella De Chirico, con cui collaboro pure a Torino, nella speranza di riuscire poi ad allargare il raggio d’azione pure all’estero visto che abbiamo contatti pure con Londra, Stoccolma e il Sud America".

Altre avventure musicali? "Trovandomi benissimo con i compagni, ho maturato la consapevolezza che quando realizzo cose mie non ho bisogno di fare i Subsonica senza i Subsonica. Quindi scelgo altre strade. A breve, ad esempio, m’invento un happening di cinque giorni al Teatro della Pergola di Firenze da cui dovrebbero un disco e un documentario".