Lazza all'Ariston con Cenere. Il rapper del "riocontra": cos'è e chi l'ha inventato

L'artista milanese insieme al collega Rkomi ha ripescato una tradizione nata agli inizi degli anni '80: la sua storia, dal cabaret ai paninari

Lazza e due pionieri del "riocontra": Guido Nicheli e Diego Abatantuono

Lazza e due pionieri del "riocontra": Guido Nicheli e Diego Abatantuono

Spoiler: in "Cenere", il brano che Lazza, al secolo Jacopo Lazzarini, presenterà questa sera, mercoledì 8 febbraio, al Festival di Sanremo il "riocontra" non viene utilizzato. Eppure questo espediente verbale ha fatto la fortuna del rapper milanese, che lo ha applicato a molti dei suoi brani. Tanto che assieme all'altro meneghino doc Rkomi (che ha scelto il "riocontra" persino per il suo nome d'arte, dato che all'anagrafe fa Mirko) può essere definito a buon diritto il "king" del "riocontra".

Ma cos'è il riocontra? E l'hanno inventato Lazza e Rkomi? E perché sta avendo tanto successo? Domande legittime. Eppure, anche se siete un "boomer", non dovreste essere del tutto digiuni del riocontra, soprattutto se siete cresciuti a Milano fra gli anni '70 e gli anni '90. Parlare al "riocontra" non vuol dire altro che pronunciare alcune parole invertendo tutte o parte delle sillabe che le compongono. Riocontra, infatti, è "Contrario" con l'inversione della sillaba finale, che nella versione slang diventa quella iniziale della parola. 

Le origini del riocontra

La paternità della sua invenzione non è da attribuire a Lazza. Il rapper tifoso milanista  infatti, insieme a Rkomi, semmai ha contribuito a ripescare una vecchia abitudine gergale introdotta, almeno così dice una delle versioni più accreditate, dai comici del giro del Derby, il locale di cabaret attivo a Milano fino a metà degli anni '80 in cui si è formata una delle generazioni più felici della comicità italiane. Diego Abatantuono ha ricordato l'abitudine a parlare in "riocontra" nella sua autobiografia, uscita qualche anno fa, dopo che in "Il ras del quartiere", pellicola uscita nel 1983 dove l'attore interpretava per l'ultima volta il popolare personaggio del "terruncello", veniva addirittura offerta una spiegazione della genesi del riocontra.

Protagonisti di quella scena sono Abatantuono e una delle sue spalle preferite dell'epoca, il "Maurino", ovvero l'attore Mauro di Francesco. "Ma come cazzo parli?", chiede Domingo (Abatantuono) a Jena (Mauro di Francesco), quando lo sente esprimersi invertendo le sillabe. "Al contrario – risponde Jena – È un modo tosto per esprimersi. Treno diventa notre. Casa, saca. Cinque, quinci. È un modo per parlare senza farsi capire. È un gorge, un gergo". C'è chi attribuisce la sua invenzione a Guido Nicheli, il cummenda di tante commedie anni '80, reso "immortale" dall'interpretazione del milanesissimo imprenditore Camillo Zampetti ne "I ragazzi della 3^ C". Questo forse perché nel gruppo del Derby Nicheli, odontotecnico di professione, era noto come "Dogui", ovvero Guido al contrario.

Dal cabaret ai paninari

Dal cabaret a un impiego nella strade e nei locali da parte dei giovanissimi il passo fu breve: ad adottare il riocontra come linguaggio semi-ufficiale furono i paninari che negli anni '80 si contendevano le piazze di Milano con altri esponenti delle sottoculture giovanili, dai dark ai punk, passando per gli skins. Con una differenza: il fenomeno di costume germogliato intorno ai fast food e ai negozi di moda, Fiorucci in primis, è stata l'unica sottocultura 100% italiana.

 "Starase" allora gustatevi una bella "zzapi" accompagnata da una "rrabi" e mettetevi davanti allo "rmosche" tv per ascoltare il "nobra" di "Zzala".