Fast Animals and Slow Kids ed "E' già domani"

“Viviamo una quotidianità costantemente proiettata verso quel che saremo tra cinque minuti o tra dieci anni”

Fast Animals and Slow Kids

Fast Animals and Slow Kids

Con un piede nel presente e l’altro nel futuro, i Fast Animals and Slow Kids hanno presento  ai fans lombardi la loro sesta fatica discografica “È già domani” con un doppio appuntamento sull’asse Milano-Bergamo. Un tour de force che riassume bene il senso dell’album, a cominciare dal titolo. “Viviamo una quotidianità costantemente proiettata verso quel che saremo tra cinque minuti o tra dieci anni” ammettono Aimone Romizi & Co.

“Da un lato questo può essere inteso come un segno di vitalità, ma dall’altro rischia di diventare una forma di stress che altera la percezione del presente. D’altronde viviamo un po’ tutti alla luce di quel che saremo poi, nella speranza di poter essere versioni migliori di noi stessi”.

Prodotto, come il predecessore, da Matteo Cantaluppi, l’album vede la formazione umbra “cristallizzare i momenti vissuti” negli ultimi due anni.

“Questa ennesima cronistoria di noi stessi è iniziata, come per i lavori precedenti, mentre passavamo da un concerto all’altro. Poi il mondo ha cominciato a fermarsi e la produzione è cambiata radicalmente. Per anni siamo rimasti chiusi nelle nostre teste, alla ricerca di risposte da darci, mentre in ‘È già domani’ lasciamo libere per la prima volta le domande sotto forma di pensieri sospesi. Si tratta, infatti, di un disco estremamente ragionato, pensato in ogni sua sfaccettatura. Non a caso inizia con una pioggerella puntita che sta a rappresentare l’ambiente in cui sono nate le nuove canzoni, vale a dire quell’intimità casalinga in cui ti rintani quando fuori è brutto tempo cercando ispirazione per mettere a fuoco temi grandi e piccoli. Sul finale, invece, la pioggia si scrosciante, perché non ha mai smesso e, anzi, piove sempre più forte, sul bagnato”.

Dopo un’estate in acustico, a primavera la band di “Cosa ci direbbe”, primo brano della sua discografia inciso in condominio, nella circostanza con Willie Peyote (ma in “Come un animale” c’era già stata la mano di Lodo Guenzi), torna sulle scene i suoi strumenti e la sua “corazza”; il tour debutta, infatti, il 7 aprile a Parma e finisce il 6 maggio al Fabrique. Prima, magari, Sanremo chissà.

“La distanza fra le persone messa dalla pandemia ha cominciato a farci sentirci soli facendo crescere il bisogno di avere intorno amici con i quali confrontarci. Lodo, ad esempio, lo conosciamo dai tempi in cui suonavamo per dieci persone. Siamo amici, amici veri”.