A Desio i Nanowar of Steel: "Noi, la versione metal di Elio e le Storie tese"

La folle band sale sul palco del Parco Tittoni: "Fare delle cavolate continuamente per noi è uno standard di serietà..."

Foto di gruppo per i Nanowar of Steel

Foto di gruppo per i Nanowar of Steel

Desio (Monza e Brianza) - "Vi concedo uno spoiler molto interessante: dal concerto dei Nanowar of Steel al Tittoni (oggi, venerdì 22 luglio, dalle 21.30) vi potete aspettare il tipico concerto dei Nanowar of Steel. Una serata dedicata alle emozioni e all’introversismo, con una selezione raffinata di canzoni. Solo pezzi brutti perché il nostro obiettivo è ingannare la gente, scappare col malloppo e lasciare il pubblico deluso". Edoardo ‘Gatto Panceri 666’ Carlesi viaggia ‘sulle aliquote della libertà’ con i suoi Nanowar of Steel e scompiglia le menti dei benpensanti. La versione metal degli Elio e Le storie tese. Niente è scontato, ancor meno politicamente corretto. Heavy metal su testi saggiamente demenziali. Una provocazione dietro l’altra. Senza tirare il fiato.

Ma dove trovate tutta questa energia e la capacità di alimentare il nonsense?

"Nei cetrioli. Ecco da dove ci arriva la continua forza della provocazione. Il cetriolo è un ortaggio prestigioso e galvanizzante".

E quando vi arriva l’ispirazione?

"Quando alla mattina ci svegliamo, poi fra le 3 e le 7 facciamo 'after' e tra una preghiera e l’altra scriviamo le canzoni".

Ma anche nella vita reale rispondete così?

"Guarda che noi pensiamo seriamente quello che cantiamo. E comunque vorremmo poter essere così anche al lavoro. Poi non è mica vero che non ci prendiamo mai sul serio, fare delle cavolate continuamente per noi è uno standard di serietà. In fondo è proprio questo il paradosso dei Nanowar of Steel".

Un marchio di fabbrica da quasi vent’anni...

"Ormai abbiamo raggiunto una maturità manageriale che ci permette di definirci ‘professionisti della professionalità’. Tanto che con il nostro Tour Manager garantiamo un’esperienza carica di intrattenimento business class".

E qual è il vostro business plan?

"Non puoi vendere alla gente cose fatte bene, altrimenti quelle le terresti per te. Poi comunque certi testi li puoi leggere superficialmente e non ci vuole tanta intelligenza per capirli. Insomma, l’ode al cetriolo è lì da sentire. Chi vuole andare oltre, però, ci trova l’impegno e la creatività. Sono fondamentali in ogni cosa".

Il vostro ultimo album – Italian Folk Metal – non sfoggia soltanto il vostro tocco metal sui suoni tradizionali del nostro Paese, ma mette a nudo, in perfetto stile Nanowar, gli aspetti più mainstream dell’Italia. Nella buona e cattiva sorte...

"Gigi Sabani ci manca e nessuno lo ha mai omaggiato con un requiem, così ci abbiamo pensato noi. E ancora la buttiamo (seriamente e non nostalgicamente) sul ridere con gli inni della Marcia su Piazza Grande, ospitiamo Giorgio Mastrota che prepara la Polenta Taragnarock, ci scagliamo contro il dramma della terra dei fuochi e la troppa burocrazia. Estraiamo dal nuraghe la spada della Costa Smeralda e cacciamo nel continente Lord Briathor. Un po’ di satira, un po’ di imbarazzo".

Ve la siete presa pure con Capitan Findus!

"In effetti si è un po’ risentito. Ci siamo chiariti e ci ha assicurato che con i bambini c’è soltanto amicizia perché lui ha avuto un’infanzia difficile".

Avete graziato i politici?

"Putin forse è meglio non provocarlo, mentre già abbiamo dedicato un pezzo a Mario Dragons. Lì chiedevamo alla Fatina dei denti di smetterla con le sue politiche inflazionistiche. In nome della Banca Centrale".