LE CONTRADE: LA FLORA

FONDAZIONE PALIO DI LEGNANO L’OPINIONE DEL GRAN PRIORE

LA FLORA

LA FLORA

Nei mesi scorsi il palio di legnano ha aperto una nuova pagina della sua storica vita, con la costituzione, nel capoluogo lombardo, della Fondazione. «Finalmente abbiamo a disposizione uno strumento utilissimo per far conoscere la nostra Festa in modo consono – dichiara il Gran priore della contrada la Flora, Pietro Colombo – con la possibilità di dare un input alla promozione e alla pubblicità del palio di legnano collaborando con sponsor istituzionali, come il ministero dei beni culturali e gli assessorati delle regioni, e con soggetti privati. lo scopo della neonata Fondazione deve essere duplice: da un lato preservare le nostre tradizioni e, dall'altro, divulgare la manifestazione nell’hinterland milanese, su scala regionale e nazionale, al fine di attrarre nuovi partecipanti. c’è da considerare, inoltre, che legnano è, da sempre, una città ad alto tasso culturale, che ha bisogno di essere promossa e valorizzata. ciò che, da sempre, penalizza il nostro palio è la scarsa partecipazione di persone provenienti da altri territori, e il motivo è principalmente uno: purtroppo è poco sentito fuori dalla mura cittadine. il motivo? legnano è principalmente una città industriale, quindi la cassa di risonanza che dovrebbe derivare dal palio non c’è. Sorge spontaneo un confronto con quello di Siena. la città toscana, rispetto alla nostra, è una location medioevale per definizione, location che, purtroppo, a noi manca. dobbiamo, quindi, cambiare prospettiva, enfatizzando maggiormente il nostro background medioevale rispetto a quello industriale, che risulta predominante. Studiando la festa senese, in primis i costumi del corteo storico, ho notato che quelli realizzati qua a legnano sono molto più belli, perché sono curati maggiormente nei dettagli. riassumendo il mio ragionamento: Siena è la location, la splendida piazza del campo, ma per quanto riguarda tutto il resto vince il nostro palio, che, attraverso la Fondazione, dobbiamo proiettare nel futuro, con uno sguardo al di là dei nostri confini».