Medici di base, emergenza anche a Treviglio

In due lasceranno entro giugno: 4.500 pazienti in cerca di un’alternativa. Il sindaco: massimo impegno, ma le colpe sono di altri

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Un problema che riguarda numerosi comuni della Bergamasca e che ora si presenta anche a Treviglio. L’imminente cessata attività di due medici di medicina generale e il pensionamento di un altro dottore entro i prossimi due mesi stanno generando preoccupazione tra i 4.500 pazienti che in attesa di sostituti nominati dall’Ats dovranno fare riferimento all’ambulatorio della guardia medica diurna. Dal 22 aprile ha chiuso per sua scelta l’ambulatorio di via D’Azeglio la dottoressa Cristina Diliberto, 50enne medico di famiglia, in città da 4 anni. "Cambio attività – sottolinea –perché ho ricevuto una proposta che mi consentirà di crescere in modo ulteriore dal punto di vista professionale. Dispiace lasciare i pazienti con i quali si è instaurato un consolidato rapporto di fiducia, da loro ho ricevuto numerosi messaggi nei quali esprimevano dispiacere per la mia scelta ma anche un po’ di preoccupazione per ciò che li attende". La scelta della dottoressa Diliberto è stata adottata anche dalla sua collega Valentina Avallone, che a 38 anni, dopo 3 anni, dal 3 maggio non farà più il medico di base nel suo studio di via Galliari. "Se non avessi pensato ai miei assistiti – spiega – forse questa mia decisione l’avrei presa prima. Si fatica a fare il medico bene come vorremmo e questo ha influito sulla mia decisione". Sulla questione è intervenuto il sindaco di Treviglio Juri Imeri. "Tutti i sindaci sono coinvolti nelle dinamiche di assenza dei medici. Siamo impegnati a fare fronte a queste carenze ma non possiamo inventarci nuovi medici, le colpe sono da ricercare nelle scelte dei governi centrali. Con Ats ci sono dei tavoli aperti".

"I medici di base sul territorio vanno supportati – precisa invece la capogruppo del Pd, Matilde Tura –, per garantire al cittadino il miglior servizio possibile. Il sindaco si sfila dicendo che mancano i medici, rimpallando quindi il problema alla Regione".

Michele Andreucci