Il risanamento Caffaro è un percorso ad ostacoli

Dopo lo studio sul degrado dei PCB presenti nel terreno ci si interroga su come intervenire: cinque scenari, ma mancano le indicazioni del Ministero

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di Federica Pacella

Aree agricole del Sin Caffaro? Gli studi su come intervenire ci sono, ma mancano le indicazioni del ministero della Transizione ecologica, competente per il SIN.

A febbraio 2019, Ersaf aveva presentato cinque possibili scenari di risanamento: bosco urbano, fitocontenimento, bonifica vera e propria, ritorno alla coltivazione di colture “immuni“ dai PCB, bioremediation. Il cammino si era però interrotto a marzo 2019, quando è stato pubblicato il DM 462019 per la gestione delle aree agricole contaminate.

"Abbiamo provato ad incanalare il procedimento all’interno del nuovo decreto – spiega Simone Anelli, di Ersaf – ora siamo in attesa di capire alcuni aspetti col Ministero, che è stato interpellato, su questo, anche da Regione".

Il nuovo decreto prevede, come strade prioritarie, di verificare la compatibilità tra terreno agricolo contaminato e coltivazioni o la bonifica tramite bioremediation. Se neanche questa ha successo si può pensare alla forestazione. "Gli scenari che avevamo ipotizzato in realtà sono compatibili, ma si aspetta che il Ministero dia il via libera", sottolinea Anelli.

Nel frattempo, però, i PCB presenti nei terreni (la scoperta risale a 20 anni fa) si sono degradati, dando origine agli 80 nuovi composti ritrovati a Brescia, per la prima volta al mondo, dai ricercatori di Università degli Studi dell’Insubria, “Mario Negri“ e Università degli Studi di Milano. "Sono metaboliti del PCB – ricorda Anelli – presenti in concentrazioni pari a circa 1% di quelle dei PCB. Non si conoscono le caratteristiche tossicologiche, ma sono più mobili dei PCB, quindi meritano attenzione".

Queste sostanze sono state ritrovate anche ad un paio di chilometri di distanza dal SIN, dove i PCB sono arrivati per deposizione atmosferica. La ricerca, pubblicata sulla rivista Environmental Science and Technology, dimostra come queste nuove sostanze siano onnipresenti nei suoli agricoli del SIN Brescia-Caffaro, oltre che nei suoli circostanti.

Dopo la pubblicazione delle ricerche, la Loggia si è attivata per sottoporre ad Ats ed Arpa la documentazione.

L’assessore all’Ambiente Miriam Cominelli ricorda però che il Sin è di competenza ministeriale, per cui "sarà il Ministero stesso a dover attivare gli istituti tecnici di riferimento (Iss e Ispra) per valutare il reale impatto di dette sostanze".