Giovanni, Francesca e il rifugio: "La vita ricomincia a 2.401 metri"

In Valmalenco a gestire il Bignami: il sogno realizzato di due sposi. "In elicottero con cani, gatti e galline"

Giovanni Tavernaro e sua moglie Francesca insieme a Reinhold Messner

Giovanni Tavernaro e sua moglie Francesca insieme a Reinhold Messner

Lanzada (Sondrio) - Dalle Dolomiti alla Valmalenco per inseguire il sogno di una vita. L’avventura di Giovanni Tavernaro e da sua moglie Francesca è tutta in quota. Da pochissimi giorni sono i gestori dello storico rifugio Roberto Bignami, posto nel comune di Lanzada in Valmalenco, nei pressi del lago artificiale di Gera, a 2.401 metri sul livello del mare, meta degli amanti delle gite in alta montagna fin dalla sua costruzione, nel 1957.

Il nome che porta ricorda l’alpinista morto sull’Himalaya, monte Api, nel 1954 ed è di proprietà del Cai di Milano. Dall’inizio di giugno il Bignami è gestito da Giovanni e Francesca che in questa opportunità hanno realizzato un sogno. "Quello di gestire una struttura, un rifugio, di alta montagna dove i clienti possano arrivare senza l’ausilio di nessun mezzo ma solo con le proprie gambe – dice Giovanni – è quello che abbiamo sempre voluto io e Francesca". Ma andiamo con ordine. "Io ho la fortuna di essere nato in Trentino, sulle Dolomiti, tra Sass Maor e Velo della Madonna (una zona fantastica, ndr). Mio nonno più di 100 amni fa ha costruito una malga e io sono cresciuto lì… Nel 1992 la struttura è stata chiusa ma io sapevo che il mio destino era quello, ho frequentato la scuola alberghiera e poi quella turistica a Venezia. Poi sono stato direttore di alcuni supermercati di catene importanti, avevo un lavoro stabile".

Ma il richiamo della montagna… "Sentivo che non era la mia strada. Nel 2013 ho lasciato tutto e aperto la Malga di Famiglia e l’ho gestita fino al 2021 ma io e Francesca (anche lei ha lascito il lavoro in uno studio di commercialisti) volevamo gestire un vero rifugio dove la gente non potesse arrivare in macchina o con gli impianti". E così è incominciata la ricerca… "Nell’ottobre del 2020 abbiamo posto la nostra candidatura per la gestione del Rifugio Gerli e Porro, sempre in Valmalenco, ma l’hanno affidato ad altri. A metà maggio, però, il Cai Milano ci ha chiamati dicendoci che c’era la possibilità di gestire il Roberto Bignami. E il 10 giugno ci siamo saliti per la prima volta, parecchio carichi. Con l’elicottero abbiamo portato alcune nostre cose, ma soprattutto i nostri cani, gatti e… galline. Si sta completando un percorso incominciato nel 2013 sia per me che per Francesca". Sembra vi siate già innamorati della Valmalenco. "È un posto stupendo, voglio dirlo ad alta voce: la Valmalenco e la Valtellina non hanno nulla da invidiare alle Dolomiti. E poi la gente ci ha accolto benissimo, con messaggi di benvenuto e offerte d’aiuto. Il Bignami è di tutti i malenchi, di tutti i Valtellinesi e, in generale, di tutti gli amanti della montagna". Ci sarà molto da lavorare... "Noi abbiamo 70 posti letto, ma a causa delle restrizioni dovute al Covid saranno solo il 60% del totale. A livello di cucina proporremo tutti i piatti tipici locali (dai pizzoccheri, agli sciatt, ai tarozz etc), i prodotti tipici (bresaola, salumi e formaggi). Ma poi proporremo anche piatti della cucina alpina, di quella trentina, varieremo un po’".