Sesto, stomaco asportato per errore. "Ma quella dottoressa non ha colpe"

Processo in corso, la parte civile ritira la richiesta danni all’assistente del primo chirurgo

Una sala operatoria di Multimedica

Una sala operatoria di Multimedica

Sesto San Giovanni (Milano), 16 gennaio 2020 - La parte civile ritira la richiesta di risarcimento danni nei confronti di una dei due imputati di lesioni colpose gravissime, mentre Multimedica rinuncia a chiamare in aula il suo consulente. Colpi di scena al processo al Tribunale di Monza che vede due chirurghi dell’ospedale di Sesto accusati di aver asportato "per errore" lo stomaco, dopo una "diagnosi di tumore maligno totalmente sbagliata" (era solo un’ulcera), a una paziente di 53 anni, che ora fatica a nutrirsi ed è passata da 58 a 37 chili.

Era il 2016 quando è cambiata per sempre la vita di Maria S., sestese addetta in una mensa, sposata, madre di 2 figli e nonna. La donna si è costituita parte civile, ma ora l’ha ritirata nei confronti della seconda chirurga. Secondo l’accusa, il primo chirurgo Valerio Ceriani e l’assistente Daniela Baldoli hanno "formulato un’errata diagnosi di carcinoma gastrico" senza "attendere l’esito delle biopsie eseguite" e non hanno informato la paziente sulla "scelta di eseguire un’asportazione totale". Ceriani sostiene di aver agito per il bene della paziente, "che sarebbe morta senza l’operazione" a causa di un "restringimento a clessidra" dello stomaco, Baldoli di aver proceduto "convinta che Ceriani avesse avuto l’esito di tumore maligno". Multimedica ha rinunciato a illustrare la sua consulenza di parte.