Cinisello, stop della Regione al terzo forno crematorio

Gioiscono i residenti contrari ai fumi, non il Comune che grazie al servizio aveva messo da parte 1 milione

I forni disturbano i residenti di Borgo Misto e Sant’Eusebio

I forni disturbano i residenti di Borgo Misto e Sant’Eusebio

Cinisello Balsamo (Milano), 4 ottobre 2016 - Regione Lombardia ha detto no alla costruzione del terzo forno crematorio all’interno del cimitero nuovo di Cinisello. È stata rifiutata la richiesta del Comune che su questo progetto strategico fin dallo scorso anno aveva messo a bilancio un investimento da un milione di euro con l’obiettivo di diventare uno dei più importanti operatori del settore di tutta la Lombardia.

La creazione di una terza linea per la cremazione dei defunti per Cinisello non era più solamente un’esigenza di servizio locale. Piuttosto si trattava di un investimento pensato con l’obiettivo di aumentare ricavi e guadagni per finanziare quanto meno le attività di manutenzione dei cimiteri cittadini. La filosofia seguita è piuttosto semplice: dinanzi alla costante riduzione dei trasferimenti economici dallo Stato ai Comuni, l’unico modo per far quadrare i bilanci è trovare fonti di approvvigionamento economico locali. E la cremazione dei defunti rappresenta un buon business. Basti pensare che le due linee attualmente in funzione producono un fatturato di 1,3 milioni l’anno, pagati quasi unicamente da persone non residenti, in quanto i cinisellesi godono di una tariffa agevolata. Il sogno è caduto con il rifiuto di Regione Lombardia a potenziare ulteriormente l’attività per dare spazio ad altri Comuni dove il servizio è sottodimensionato.

«Confidavamo sulla nuova autorizzazione - ha spiegato l’assessore agli Affari generali Patrizia Bartolomeo - in quanto i ricavi avrebbero consentito di dare una prospettiva diversa ai cimiteri che necessitano di manutenzioni costanti. Siamo costretti a dover ripensare questo servizio». Gioiscono invece i molti cittadini dei quartieri di Borgo Misto e Sant’Eusebio che da tempo lamentano l’ingombrante presenza dei forni. Molte le segnalazioni di fumi neri e le richieste di verifiche sulla salubrità degli scarichi. «Il Comune intendeva dare vita a una industria della cremazione sulla pelle dei cittadini - hanno spiegato Enrico Zonca e Francesco Scaffidi, consiglieri comunali della lista civica Insieme per Cinisello -. I due forni già in funzione non fanno altro che creare problemi alla popolazione, senza contare che quello di più recente costruzione ha continuamente problemi tecnici. Quel milione di euro può essere investito per lavori più utili per la città».