Case popolari, nuove regole: stretta sugli stranieri a Cinisello Balsamo

Nove alloggi popolari da assegnare con le nuove regole di Regione Lombardia: pronta la fase due

Il sindaco di Cinisello Balsamo Giacomo Ghilardi

Il sindaco di Cinisello Balsamo Giacomo Ghilardi

Milano, 28 maggio 2019 - Nove alloggi popolari da assegnare con le nuove regole di Regione Lombardia, dopo la sperimentazione compiuta nell’ultimo anno, Cinisello Balsamo vara la fase due delle nuove procedure regionali di assegnazione degli alloggi pubblici. E tra le regole volute da Regione Lombardia c’è anche quella che impone a tutti i richiedenti l’obbligo di certificare il non possesso di altre proprietà compatibili con le esigenze abitative. Per gli stranieri questo significa che dovranno produrre un documento rilasciato dall’autorità consolare che certifica che non si posseggono beni immobili nemmeno nei Paesi di provenienza. Una regola che aveva sollevato tante polemiche nella vicina Sesto San Giovanni, dove è stata già applicata, con il sindaco sestese vittorioso in ben due ricorsi al Tar avanzati da richiedenti stranieri.

«Siamo il primo comune che dà completa applicazione al nuovo regolamento regionale, passando dalla fase sperimentale a quella definitiva – spiega il sindaco di Cinisello Giacomo Ghilardi -. Applichiamo un regolamento che rende le assegnazioni completamente trasparenti e che consente di utilizzare procedure digitali, limitando la burocrazia. Ma soprattutto facciamo giustizia, perché a tutti i richiedenti verrà richiesto di dimostrare di non avere altre proprietà. In passato ciò valeva solo per gli italiani, ma non per gli stranieri che potevano ignorare questa regola. Questo per dimostrare ai cittadini e agli avversari cosa intendevamo al punto quattro del nostro programma quando recitavamo “prima la nostra gente”».

Con le nuove regole, il Comune di Cinisello ha inserito anche un criterio di preferenza per una particolare categoria social. «Abbiamo voluto privilegiare le richieste che arrivano dagli ultracinquantenni con figli che hanno perso il lavoro. Riteniamo che oggi questa sia una delle categorie più vulnerabili», conclude Ghilardi. Le procedure di richiesta, come già accadeva nella fase sperimentale, vengono eseguite online. Sono stati implementate delle postazioni informatiche alla sede comunale di via Arnesano, lo Spazio Aperto, la Casa della Cittadinanza, i Centri Caritas e gli Spazi Aler.