Cinisello, Vittorio Brumotti contestato dai parenti dei pusher

A Sant’Eusebio l’inviato di Striscia si è trovato in mezzo a quattro arresti per droga ed è finito nel mirino di decine di residenti

Vittorio Brumotti

Vittorio Brumotti

Cinisello Balsamo (Milano), 30 novembre 2019 - Un giro in bicicletta tra i Palazzoni. Telecamera sul caschetto. Il suo consueto spirito un po’ guascone e provocatorio. Vittorio Brumotti è calato a sorpresa nel rione di Sant’Eusebio, a caccia di venditori di droga. Qualcuno potrà pensare: «Preda facile, Sant’Eusebio». Ma il risultato rischia di essere davvero dirompente per questo quartiere dove da troppi anni si gioca a guardie e ladri: decine di arresti praticamente ogni mese; un’attività di spaccio che sembra diventare sempre più dilagante e redditizia. Insomma, un modello che nemmeno le forze dell’ordine riescono a scardinare del tutto. 

Il blitz di “100% Brumotti“ si è consumato giovedì, quando il suo arrivo in bicicletta lungo via Da Giussano è stato praticamente contestuale a quello di una pattuglia dei carabinieri che ha scoperto diversi spacciatori e consumatori già a metà pomeriggio. I militari hanno arrestato quattro persone: due fratelli di 29 e 31 anni, un 56enne considerato uno dei pilastri dello spaccio locale, oltre a un 30enne. Complessivamente sono stati sequestrati 10 grammi di cocaina, divisi in 15 dosi e nascosti dentro delle fioriere poste al di fuori dei Palazzoni. Inoltre sono stati recuperati circa 800 euro che sarebbero il provento di meno di due ore di attività di spaccio, tra le 15 e le 17. I carabinieri hanno anche fermato e denunciato due consumatori che, alla vista dei militari, hanno anche tentato la fuga. Uno di loro ha cercato di investire un militare in auto e dovrà rispondere anche di resistenza. Già la scorsa settimana i carabinieri avevano compiuto due arresti, mentre la polizia del commissariato di Cinisello aveva fatto almeno otto arresti nell’ultimo mese proprio in quella rete di strade e palazzi.

Brumotti ha potuto filmare e testimoniare scene di vita quotidiana in un quartiere dove da troppi anni, anzi decenni, la normalità di persone comuni si intreccia pericolosamente con le attività di una criminalità che continua ad avere radici profonde tra le case Aler. Lo dimostra il fatto che a pochi minuti dagli arresti, alcune decine di persone, forse amici o parenti dei fermati, si sono riversate in strada per contestare i militari e la troupe di “Striscia“. Il segno di una piaga profonda che non si nasconde e che già in passato ha dimostrato di riuscire a tenere in scacco l’intero quartiere.