Le proprietà segrete delle erbe spontanee

Si possono utilizzare in molti modi: insalate e condimenti sfiziosi, risotti e frittate, o trasformate in bevande dissetanti o decotti

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di Gloria Ciabattoni

Con la bella stagione in arrivo cresce la voglia di regalarsi rilassanti passeggiate nel verde – sempre nel rispetto delle normative anti-covid –, magari alla ricerca di erbe spontanee commestibili che crescono nelle campagne, nei prati e sugli altopiani. Oltre alle piante più note come la cicoria selvatica, il tarassaco, l’ortica e così via, ne troviamo tante altre, alcune addirittura infestanti quindi sottovalutate, ma saporite e dalle proprietà benefiche.

Alliaria o erba aglina (nome botanico Alliaria petiolata): della famiglia delle Brassicaceae, si utilizza per infusi e decotti che giovano all’apparato respiratorio. Cresce nei boschi umidi di latifoglie, fiorisce da maggio a luglio ed ha un odore d’aglio, ma il suo sapore è delicato. In cucina si usano sia le foglie giovani che i fiori, per aromatizzare minestre o insalate o al posto dell’aglio, ma spesso si realizza il pesto di alliaria servito sulle uova sode, su crostini di pane o usato per condire la pasta.

Cicerbita selvatica (nome botanico Sonchus oleraceus): è una pianta erbacea annuale della famiglia delle Asteraceae, che nasce spontanea in Italia e in tutta l’area del Mediterraneo nei luoghi incolti, e prospera più rigogliosa nei vigneti. Ricca di sali minerali, vitamine e fibre, è diuretica e rinfrescante, e si raccoglie da primavera all’autunno inoltrato. In cucina è ricercata per il suo particolare sapore dolciastro e si raccolgono le punte, le infiorescenze in bocciolo e le radici. Si mangia cruda in insalata o si usa per preparare, con altre erbette, minestre, torte salate o frittate di patate e cicerbita.

Farinaccio (nome botanico Chenopodium album): pianta erbacea spontanea, annuale, si trova facilmente, sia negli orti che nei campi coltivati, soprattutto quelli ricchi di fosforo e potassio. Si raccolgono le parti apicali delle foglie tenere da adesso e per tutta l’estate, ma anche in autunno. Le foglie sono ricche di vitamine A, B e C, minerali come calcio, potassio e ferro, proteine e fibra. Queste foglie contengono acido ossalico e vanno consumate con moderazione da chi soffre di calcoli, artrite e reumatismi, ma sono ideali per preparare frittate, minestre e sformati o per torte salate. Il gusto è intenso, e ricorda gli spinaci. Dai semi si ricava la farina per la produzione di pane di chenopodio.

Melissa (nome botanico Melissa officinalis): è una piccola pianta erbacea aromatica perenne, nota anche come citronella o cedronella per il suo intenso aroma di limone. È ricca di olio essenziale, usato come astringente e cicatrizzante e per massaggi. La fioritura va da maggio ad agosto e con le foglie e le inflorescenze essiccate si preparano tisane e infusi (sedativi e antispasmodici), ma anche ottime bevande rinfrescanti, dal retrogusto di limone, o si possono usare le foglie sminuzzate per insaporire insalate e macedonie.

Verzette (nome botanico Silene vulgaris) o strigoli o stridoli, oppure sciopit o scuscet: è una piccola pianta perenne, diffusa in tutta Italia, della famiglia delle Cariophyllaceae, che si raccoglie in primavera, quando le sue foglie sono giovani e tenere, ma anche d’estate, eliminando il fusto che, crescendo, diventa troppo duro. È un’erba spontanea infestante che contiene vitamine, in particolare vitamina C e molti sali minerali, e ha proprietà diuretiche ed emollienti. Fra le migliori erbe commestibili, in cucina si utilizzano i giovani germogli, le foglioline più tenere che si mangiano cotte; il sapore assomiglia a quello degli spinaci, ma è più delicato e leggermente dolciastro, ideale per la preparazione di risotti, minestre e frittate.