Rho, la mobilitazione salva la Terapia intensiva neonatale

La Regione risponde alla petizione di 9.800 cittadini e allo schieramento politico bipartisan: il reparto non chiude

Il blocco parto è un'eccellenza lombarda

Il blocco parto è un'eccellenza lombarda

Rho (Milano), 23 ottobre 2019 - «Non c’è alcuna volontà di Regione Lombardia di interrompere l’attività qualificata che l’Asst Rhodense svolge presso l’ospedale di Rho nei confronti dei bimbi prematuri ma vi è solo la necessità di “specificarla” in relazione alle indicazioni nazionali e in particolare del decreto ministeriale 70 del 2015». Tradotto: il reparto di Terapia intensiva neonatale dell’ospedale di Rho non chiude. Ma non solo, ci saranno nuovi investimenti della Regione sul dipartimento materno-infantile. Lo ha chiarito l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera in un incontro con il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana e alcuni rappresentati del territorio rhodense, i consiglieri regionali Simone Giudici e Silvia Scurati della Lega, Carlo Borghetti del Pd e l’onorevole Fabrizio Cecchetti

Dopo settimane di preoccupazioni, l’intervento bipartisan delle forze politiche con interrogazioni e mozioni, una raccolta di firme online sulla piattaforma change.org sottoscritta da 9.800 cittadini, nelle scorse ore è arrivata la buona notizia. «È stato illustrato chiaramente dal coordinatore del Comitato regionale tecnico scientifico sul percorso nascita che le specialità attualmente presenti impongono di caratterizzare l’attività di Rho come “Terapia sub-intensiva neonatale”, dove verranno presi in carico i prematuri dalla 32esima settimana e con peso a partire da 1.500 grammi, oltre ai neonati che necessitano di un’assistenza respiratoria non invasiva – continua Gallera – Questa specificazione non comporterà praticamente alcuna modifica delle attività visto che già oggi, e così negli ultimi anni, l’80 per cento dei bimbi accolti ha un peso superiore ai 1.500 grammi». 

Il reparto , fiore all’occhiello dell’Asst Rhodense e punto di riferimento del Nord-Ovest, continuerà l’attività di cura dei bambini nati prematuri. Ma l’impegno della Regione per l’ospedale cittadino non si ferma. «Per rispondere meglio ai bisogni dell’area materno-infantile e rilanciare e valorizzare l’attività del presidio – conclude Gallera – ho proposto, ottenendo ampia condivisione, l’attivazione di un progetto collaborativo tra l’Unità operativa di Neuropsichiatria Infantile e il reparto di Pediatria per la gestione dei disturbi neuropsichici in età evolutiva, significativamente aumentati negli ultimi anni. Questo comporterà un intervento strutturale con l’incremento di 4 posti letto dedicati al ricovero di adolescenti con problemi neuropsichiatrici per i quali è previsto un investimento di 400mila euro oltre all’assunzione di due medici di neuropsichiatria infantile. E soprattutto rafforzerà l’ospedale come punto di riferimento di un ambito pediatrico adolescenziale sempre più richiesto nell’intero territorio lombardo». 

Soddisfazione da parte dei politici rhodensi che si sono mossi in difesa di un’eccellenza della sanità lombarda. «È stato ascoltato il territorio – commenta Borghetti – Crediamo che Rho possa e debba diventare un punto di riferimento della sanità pubblica regionale in ambito materno-infantile e pediatrico, strategico per il futuro dell’ospedale. Il lavoro di squadra ha funzionato».