ROBERTA RAMPINI
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Rho, gli antagonisti della Fornace occupano ancora

"Ride bene chi ride ultimo: abbiamo occupato un nuovo spazio, siamo in via Risorgimento 18 a Rho. Gli sgomberi non spengono la Fornace", è il loro slogan

 Il corteo  di martedì sera  nel centro cittadino

Il corteo di martedì sera nel centro cittadino

Rho (Milano), 15 febbraio 2018 - «Ride bene chi ride ultimo: abbiamo occupato un nuovo spazio, siamo in via Risorgimento 18 a Rho. Gli sgomberi non spengono la Fornace #RiprendiamociFornace: detto e fatto». E’ da poco trascorsa l’una di notte quando sulla pagina facebook di Sos Fornace viene pubblicato questo post. Il corteo contro lo sgombero del centro sociale Fornace dallo stabile ex Mtm di via Moscova 5 si è concluso da poco. Oltre 200 manifestanti hanno sfilato per le vie del centro cittadino. Molti di loro sono ancora in piazza della stazione per ribadire al megafono i motivi della protesta.

Un gruppo, invece, come annunciato si è «appropriato di un nuovo spazio abbandonato e dismesso», nella zona industriale di Mazzo di Rho. È un ex deposito Agip inutilizzato da molti anni, che nel 2015 era stato occupato abusivamente dagli squatter del «Pirata Riot Club» allontanati dall’ex caserma di viale Suzzani a Milano. È qui che gli esponenti del centro sociale Fornace si sono «trasferiti». Sulla recinzione hanno appeso gli striscioni «gli sgomberi non spengono la Fornace». Sul cancello carraio d’ingresso hanno messo una grossa catena con lucchetto per impedire alle forze dell’ordine di entrare. Presidiano tutta notte l’area. Poi organizzano i turni per la giornata e decidono i lavori da fare per rendere agibile lo stabile che una volta ospitava gli uffici, «riprenderemo qui tutte le nostre attività», spiegano.

Dietro di sé, in centro città, lasciano muri imbrattati da scritte e adesivi. Sulle vetrine della sede elettorale dei candidati del Pd hanno affisso cartelli con le scritte, «mafia», «repressione», «saccheggio del territorio» e «speculazioni», accanto alla scritta fatta con una bomboletta spray «la Fornace non si spegne». Poco distante hanno imbrattato lo sportello bancomat del Credito Cooperativo di Carate Brianza e sui muri lasciato la scritta «ladri». Prima ancora imbrattamenti della redazione di un settimanale locale. Quando il corteo arriva in piazza del Municipio ad attendere i manifestanti ci sono sei camionette di carabinieri e polizia. Il Comune è transennato dalle due del pomeriggio, vietato avvicinarsi.

L’amministrazione ha avuto paura della reazione degli esponenti del centro sociale. Il «gran finale» del corteo davanti alla sede del Pd, in via Meda angolo Buon Gesu, lancio di uova e di vernice, poi le scritte sui muri «la fornace non si tocca». «L’esperienza del nostro centro sociale non verrà cancellata facilmente - spiega Andrea Papoff, portavoce di Fornace - lo sgombero di martedì mattina spiana la strada a speculazioni post-Expo, è scandaloso che il Pd si mostri servitore degli interessi di speculatori e affaristi, dimenticandosi dei diritti di lavoratori, studenti, migranti e cancellando l’unica voce critica di questa città vetrina».