Pregnana, la protesta dei lavoratori di Cnh approda in Consiglio comunale

In attesa dell’incontro di Roma al Mise del 28 ottobre i dipendenti giocano la carta istituzioni

I lavoratori non accettano che si fermi un impianto storico che dà un impiego a 300 person

I lavoratori non accettano che si fermi un impianto storico che dà un impiego a 300 person

Pregnana Milanese (Milano), 17 ottobre 2019 - È arrivata nell’aula consiliare di Pregnana Milanese la protesta dei lavoratori Cnh Industrial contro la chiusura dello stabilimento. Dopo scioperi e presidi davanti alla sede di via Vanzago, una protesta in Regione Lombardia e in attesa dell’incontro al Ministero dello Sviluppo Economico convocato per il 28 ottobre, martedì sera si è svolto un consiglio comunale aperto al quale hanno partecipato maestranze, organizzazioni sindacali e moltissimi sindaci del territorio.

«Non possiamo accettare che uno stabilimento storico per il nostro territorio che da lavoro a 300 persone venga smantellato con il solo obiettivo di incrementare gli utili del Gruppo - dice il sindaco Angelo Bosani - condanniamo il comportamento del management che senza nessuna considerazione nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici e delle loro famiglie presentano un Piano Industriale con ricadute molto gravi». Al microfono alcuni rappresentanti sindacali hanno ripercorso la storia dello stabilimento pregnanese aperto dalla Fiat nel 1967. E’ qui che nel 1982 con il brand Iveco è iniziata la produzione dei motori marini. Oggi vengono prodotti anche gruppi elettrogeni e motori industriali. Ci sono 260 dipendenti a tempo determinato e 40 di ditte in appalto. Nel 2018 la produzione è stata di 25.000 motori, nel 2019 aumenteranno fino a 29.000. Anche per il 2020 era previsto un aumento della produzione ma è arrivato l’annuncio del trasferimento delle attività.

"Lo consideriamo un piano cinico e immorale, a pagare saranno solo centinaia di lavoratori per i quali al momento non è previsto nulla", hanno spiegato Fim Fiom e Uilm. Dopo la presa di posizione delle parti sociali, martedì sera anche il consiglio comunale pregnanese ha approvato all’unanimità un ordine del giorno per chiedere al Ministero dello Sviluppo Economico «di intervenire nei confronti di Chn Industrial per annullare il piano di riorganizzazione che prevede la chiusura del sito di Pregnana e degli altri che verrebbero penalizzati» e sollecitare un tavolo di confronto. Si chiede a Regione Lombardia e Città Metropolitana di Milano di attivarsi «per scongiurare la chiusura del sito, chiedendo di partecipare al tavolo di discussione». Il documento approvato impegna il sindaco e la giunta comunale a mettere in campo tutte le iniziative istituzionali per difendere stabilimento e posti di lavoro.

Il sindaco Bosani ha annunciato che lunedì 28 sarà a fianco delle delegazione sindacale a Roma per il primo incontro con il Ministero. «Il territorio ha già pagato pesantemente la crisi con la chiusura di molte fabbriche, Bull, Alfa Romeo di Arese e altre piccole e medie realtà industriali - ha concluso il sindaco - dobbiamo impedire la dismissione della Cnh e il trasferimento delle attività a Torino. Molti lavoratori hanno una grande professionalità ma un’eta che rende difficile il reinserimento nel mondo del lavoro». Intanto in azienda resta lo stato di agitazione.