Villa Litta a Lainate, i fasti della villeggiatura: ad agosto un viaggio nel passato

L’antica dimora apre palazzi e giardini ai visitatori

La facciata di Villa Visconti Borromeo Litta

La facciata di Villa Visconti Borromeo Litta

Lainate (Milano), 29 luglio 2017 - Fasto e raffinatezza, a tavola si seguiva un cerimoniale formale, si degustava caffè Avana e Moka, si beveva il “Crodello”, un vino tipico della zona oltre ai grandi francesi, dal bordeaux allo champagne. La cucina era francese, il galateo italico e il pane (michette e pane grosso) arrivava rigorosamente dall’antico Prestin di via Santa Redegonda a Milano che, su indicazione della famiglia Litta, distribuiva anche ai poveri. Accadeva questo, duecento anni fa, a Villa Visconti Borromeo Litta di Lainate, luogo di villeggiatura delle famiglie nobili milanesi. Ad attrarre gli ospiti di ‘sangue blu’, erano la magnificenza dei palazzi, la grandezza dei giardini, le fontane ed i giochi d’acqua.

Una villeggiatura estiva che ancora oggi è possibile assaporare, anche se per poche ore: ad agosto (Ferragosto compreso), infatti, Ninfeo, giochi d’acqua, palazzi del ‘500 e ‘700, serre e giardini resteranno aperti al pubblico per un’estate di viste guidate, in attesa della tradizionale rievocazione storica in programma il 2 e 3 settembre, “Viaggio nel tempo tra nobili passioni e passatempi”.

Per ricostruire quello che accadeva duecento anni fa lo studioso Giorgio Picozzi ha consultato documenti inediti della famiglia Litta, abitudini e vezzi sono stati in gran parte ricavati dalle “uscite di cassa”, ovvero dai pagamenti ai prestatori d’opera a casa Litta. La data di arrivo della famiglia Litta nella splendida dimora lainatese non era mai la stessa, a volte tra maggio e giugno, a volte a settembre. Il loro arrivo era preceduto da grandi preparativi. I domestici partivano da Milano un paio di giorni prima dei signori portando con sé bauli di abiti e oggetti da cui la famiglia non si separava mai. Dopo la famiglia Litta arrivavano gli ospiti illustri.

Nei documenti che hanno consentito anche ai volontari dell’Associazione “Amici di Villa Litta” di ricostruire le antiche atmosfere ci sono curiosi aneddoti: per esempio, si consumava tanta carne, "basti pensare che in soli 10 giorni dal 20-30 giugno 1843 furono acquistati 116 tra fagiani, pernici, pollini, anitre e pollastre». Ma cosa facevano conti, marchesi, duchi e duchesse nelle loro estati in Villa Litta? Oltre alle fontane e giochi d’acqua, rimanevano affascinati dalla stanza delle bestie in cui erano conservati imbalsamati animali d’ogni specie. E c’erano le wunderkammer (camere delle meraviglie) che conservavano materiali curiosi e stravaganti, come 1.346 conchiglie diverse. Tantissimi anche i ricevimenti. Nel 1841 è documentato che furono sparati 406 fuochi d’artificio e liberato in aria un globo areostatico. Oggi quei fasti sono ricordi, ma la meraviglia di Villa Litta, dopo anni di restauri e recupero conservativo, è la stessa.