Garbagnate, la storia di Donatella: "Io, dal miliardo allo sfratto"

Donatella Riondino nel 1996 aveva vinto alla lotteria. Ora deve lasciare la casa popolare

Donatella Riondino con l'avvocato Maurizio Cannistraro

Donatella Riondino con l'avvocato Maurizio Cannistraro

Garbagnate Milanese (Milano), 30 agosto 2019 - «La mia colpa? Essere povera con dignità o aver vinto alla lotteria?». A parlare contro la linea dura degli sfratti dalle case comunali è Donatella Riondino, 60 anni, due figli grandi, oggi disoccupata. Non è sempre stato così. Nel 1996, con un biglietto della lotteria, Donatella vince un miliardo di vecchie lire, ma il sogno dura poco. Il compagno lavora nelle ferrovie, lei è impiegata, insieme lasciano il posto di lavoro e volano in Sicilia per investire quei soldi piovuti dal cielo e, manco a dirlo, perdono tutto in un anno.

«Quella vincita ha distrutto la famiglia», dice Donatella che non trova più un lavoro stabile e oggi deve fare i conti con le spese condominiali, la perdita della casa, i buoni viveri, i servizi sociali, e il pregiudizio di molti. «Mi mancano i denti, non vado dal parrucchiere, non ho un lavoro fisso, se avessi dei soldi sotto il materasso non sarei in mezzo a tante difficoltà», dice l’interessata. Nell’appartamento Erp di via Vismara 73 è arrivata nel 1985. Morto il papà Nicola nel 2008, il contratto di locazione passa a lei, poi nel 2013 l’immobile entra nel piano di alienazioni del Comune e inizia l’odissea. La casa finisce all’asta e lei la deve lasciare. «Alla signora non vengono contestate morosità, l’ordinanza di sgombero infatti è fondata sul fatto che avrebbe rifiutato tre diverse soluzioni abitative, ma non ci risulta. Il Comune sostiene di aver venduto, ma non abbiamo traccia di un nuovo proprietario dietro alla porta», spiega l’avvocato Maurizio Cannistraro che depositerà ricorso lunedì.

«Se il Tar dovesse decidere che la mia cliente ha torto ce ne faremo una ragione, ma con uno sgombero notificato il 14 agosto alla signora Riondino non è stato dato nemmeno il tempo di trovare un tribunale aperto per far verificare le proprie ragioni», dice l’avvocato.

«Nessun accanimento – replica il sindaco Davide Barletta – L’amministrazione segue la legge, non si inventa nessuna storia per mettere in difficoltà le persone». Con quello di Donatella sono già due gli sgomberi attuati questa estate. I numeri della morosità «sono altissimi – afferma il primo cittadino – in molti ora stanno regolarizzando la posizione». Donatella, intanto, attende di avere un incontro con lui. «Cosa chiedo? Di poter vivere una vita dignitosa con mia figlia».