Bollate, rinasce il borgo rurale di Castellazzo

Fondazione Rancilio strapperà al degrado i fienili dell’Ottocento

Una cerimonia nell'antico borgo

Una cerimonia nell'antico borgo

Bollate (Milano), 23 febbraio 2019 - L'enorme progetto di recupero di Villa Arconati di Bollate che porta la firma della Fondazione Augusto Rancilio (Far) estende le proprie ali anche sull’anima agricola del Castellazzo. È partita dunque la riqualificazione della parte rurale del borgo: strappa al degrado i fienili del Castellazzo, costruiti nella prima metà dell’Ottocento per volere del Marchese Antonio Busca. "Il progetto punta a salvare questo patrimonio dall’altissimo valore storico e culturale affinché non vada perduto, nel rispetto della propria identità", spiegano dal Far. I lavori sono iniziati con lo sgombero di vecchia mobilia abbandonata nei fienili e la messa in sicurezza degli spazi, l’area è poi stata interamente bonificata e chiusa da reti di protezione. Sgomberata e bonificata anche la grande aia, che verrà a breve seminata a prato. È stato, inoltre, rimosso l’eternit dai tetti, sostituito da una nuova copertura. Sulla tabella di marcia ci sono la sistemazione a lotti di tutti i tetti dei fienili e un riordino e messa in sicurezza degli interni con la rimozione delle parti in legno pericolanti, in modo da scongiurare perdite del patrimonio storico preesistente.

I fienili del Marchese Busca - che negli stessi anni della loro realizzazione promosse anche un generale riordino e ampliamento del borgo, la ristrutturazione della Chiesa di San Guglielmo, e con il via libera dell’amministrazione comunale costruì la scuola elementare per i bambini del Castellazzo - all’epoca rappresentavano un esempio di struttura innovativa e all’avanguardia, che permise ai coloni del luogo un tenore di vita ed una produttività davvero invidiabili. Tanto che il piccolo borgo rurale a fine Ottocento contava più di 800 abitanti. Un grande lavoro di verifica è in corso anche per riscoprire le essenze arboree e vegetali nell’area esterna al giardino monumentale della Villa: circa 200 ettari, di cui solo 12 di giardino all’interno delle mura nobili. Dei restanti, circa 80 ettari sono coltivati, mentre la maggior parte è boschiva. Il primo lotto di intervento si è concentrato in particolare sul viale di Diana, una delle vie che interessa il maggior passaggio di auto, ciclisti e pedoni all’interno della proprietà. In questi giorni, quasi primaverili, sono in corso le operazioni di potatura dei salici e dei platani di cui ben 51 hanno un’altezza imponente, tra i 12 e 18 metri. L’unica nota dolente riguarda i tagli degli alberi: dopo le verifiche 9 salici e 7 platani fortemente deperiti o già morti dovranno essere abbattuti, saranno, inoltre, eliminate l’edera e le altre piante rampicanti che minano la salute degli antichi alberi del Castellazzo.