Rho, condanna confermata per l'ex consigliere Addisi

Operazione "Quadrifoglio" della Dda. La sentenza della Cassazione: cinque anni e due mesi di reclusione

Luigi Addisi, ex consigliere comunale del Pd

Luigi Addisi, ex consigliere comunale del Pd

Rho (Milano), 9 gennaio 2019 - La seconda sezione della Cassazione ha confermato le condanne per gli imputati coinvolti nell’operazione “Quadrifoglio” della Dda di Milano contro il clan Galati di Mileto. Tra gli imputati anche l’ex consigliere comunale del Partito Democratico di Rho, Luigi Addisi, che è stato condannato a cinque anni e due mesi di carcere. Le accuse a vario titolo erano quelle di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, falso, favoreggiamento, minacce aggravate e detenzione illegale di armi.

L'inchiesta era scattata nell’ottobre 2014 e aveva portato i carabinieri del Ros ad arrestare 13 persone e a far luce sugli affari dei Galati trapiantati in Lombardia. Il politico rhodense, arrestato il 28 ottobre 2014, al processo di primo grado con rito abbreviato era stato assolto dall’accusa di abuso d’ufficio e condannato per il reato di riciclaggio di denaro.

La richiesta iniziale dei pm della Dda di Milano, Paolo Storari e Francesca Celle, era stata di 8 anni di reclusione, scontati successivamente dal giudice. Luigi Addisi, dopo un trascorso politico nel centrodestra, nel 2011 si era candidato nella lista del Pd, forza politica di maggioranza. Il suo nome era già emerso nell’inchiesta sulla ’ndrangheta “Metastasi” relativa ai voti di scambio all’ex assessore regionale Zambetti e per questo nell’aprile 2014 aveva rassegnato le dimissioni dal consiglio comunale. Secondo l’accusa il 12 agosto del 2012, l’ex politico rhodense era stato sorpreso a Limbadi (provincia di Vibo Valentia) a casa del boss Pantaleone Mancuso, zio acquisito, sottoposto alla sorveglianza speciale. Addisi che ha sposato una Corsaro di Limbadi, figlia di Antonia Mancuso, sorella del boss Pantaleone Mancuso, in quell’incontro doveva concludere un affare: terreni industriali da comprare e riconvertire in residenziali. Pagava la ‘ndrangheta e lui garantiva dicendo di poter cambiare le sorti urbanistiche di quell’area, "in Comune ci penso io".

La zona in questione era un’area industriale dismessa, situata dietro al nucleo storico di Lucernate dove sorge anche Palazzo Gorani, e nell’operazione Antonio Galati, emissario lombardo dei Mancuso aveva messo sul tavolo 300mila euro. In realtà Addisi, pur essendo consigliere comunale, non aveva il potere per modificare la destinazione di quell’area e il suo millantato tentativo di speculazione immobiliare e riciclaggio del denaro della ‘ndrangheta non riuscì. Il suo arresto aveva sollevato una bufera all’interno del Pd e della stessa maggioranza.