Prostituzione, disegno di legge per multare i clienti. Le critiche: "Criminalizzante"

La proposta presentata in un convegno. La storica attivista dei sex worker Pia Covre: "Iniziativa poco praticabile e proibizionista"

Multe ai clienti delle prostitute, come accade nei Paesi del Nord Europa e in Francia. E' l'obiettivo inserito in un disegno di legge presentato oggi a un convegno tenutosi nel romano Palazzo Giustinani, dal titolo "Prostituzione, l'Italia è pronta per il modello nordico?". Prima firmataria è la senatrice del Movimento 5 Stelle Alessandra Maiorino. Una proposta che ha ricevuto sostegno ma anche aperte critiche, queste ultime rivolte dal Partito radicale e, soprattutto, da Pia Covre, ex prostituta, attivista e "sindacalista" da tempo impegnata nella promozione della tutela dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori del sesso.

La proposta

L'iniziativa arriva a 60 anni dalla storica legge Merlin, che portò alla fine dell'epoca delle case chiuse. Secondo gli ideatori della proposta di legge bisogna adottare il modello nordico, già in vigore in Svezia, Norvegia, Islanda, Irlanda, Francia e presto anche in Spagna che prevede di disincentivare la domanda attraverso la sanzione del "compratore" dapprima con multe amministrative, poi con l'ammonimento del questore in caso di recidiva per arrivare fino alla sanzione penale. Un approcio repressivo a cui si dovrebbero accompagnare, negli intenti dei promotori, campagne informative e un fondo destinato all'emersione, ovvero alle donne che vogliono uscire dal mondo della prostituzione.

L'ispirazione

Primo modello è la normativa adottata in Svezia 22 anni fa che, secondo Niklas Wiberg, ministro consigliere dell'ambasciata di Svezia, "è stata molto importante per contrastare il fenomeno della tratta di esseri umani allo scopo di sfruttamento sessuale, ha rafforzato la posizione delle vittime e reso meno appetibile il mercato della Svezia per trafficanti e sfruttatori". Concetti introdotti anche dalla Maiorino, la quale ha sottolineato che si tratta di un fenomeno che riguarda essenzialmente le donne, non è una libera scelta, non è lavoro, impedisce la parità di genere e si sovrappone alla tratta di essere umani, come dimostrano i dati della commissione Europa del 2018 da cui emerge che tra le vittime di tratta per sfruttamento sessuale "ben il 95% è composto da donne e bambine".

I dettagli

Pilastri del disegno di legge 2537, secondo Maiorino, sono la disincentivazione della domanda attraverso la sanzione del compratore, l'informazione, la sensibilizzazione e  - ultimo solo nell'elenco - quello del supporto legale, sanitario, psicologico e di inserimento lavorativo di chi vuole uscire dalla prostituzione attaverso il finanziamento di un fondo apposito. Con un messaggio è intervenuta la ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti puntalizzo che il "tema è delicato" e necessita "di un confronto attento". La ministra per le Politiche Giovanili ed esponente M5s Fabiana Dadone ha concordato con l'approccio sanzionatorio: "Il cliente è grandissima parte del problema della prostituzione e questa legge lo sanziona al pari dello sfruttatore perché alimenta il mercato".

Le critiche

C'è anche un fronte contrario. Rappresentato dal Partito Radicale (sul tema è intervenuta la tesoriera Giulia Crivellini) e da Pia Covre, da decenni punto di riferimento del mondo di lavoratrici e lavoratori del sesso. C'è una rete abolizionista che "si sta muovendo per l'Europa da anni", dice la portavoce del Comitato per i diritti civili delle prostitute. "E' una proposta - ha detto - scritta anche abbastanza male e comunque fortemente criminalizzante per gli aspetti della vita delle persone che lavorano nel sex work e anche degli utenti. L'esito, se fosse applicata, sarebbe quello di avere migliaia di persone in carcere. Per questo mi sembra una cosa poco praticabile". Covre bolla il disegno di legge come "una proposta ideologica che non si aggancia alla realtà".

Diverso dovrebbe essere l'approccio. "Se vogliamo parlare di persone che offrono servizi sessuali - afferma Covre - bisogna tenere conto che è un mondo in rapido cambiamento". Con la pandemia, per esempio, si era assistito a un ritorno sulle strade. Ebbene, spiega l'attivista, "oggi molte di queste pesone si sono ritirate in luoghi al chiuso". C'è poi la questione del genere, di cui la proposta non tiene conto. Il disegno di legge, è l'opinione di Covre, "è scritta come se a prostituirsi siano solo le donne, invece ci sono uomini, omossessuali e persone con orientamento binario, oltre agli gigolò". Insomma, si va a delineare un sistema "proibizionista" i cui sostenitori "si nascondono dietro la lotta alla tratta delle persone, reato per cui però ci sono già leggi".